Società

"Perché ha paura di un feto?". Ed è scontro tra Coghe e Parenzo

Botta e risposta tra David Parenzo e l'anti-abortista, Jacopo Coghe che ha portato un feto finto nello studio radiofonico: ecco cosa si sono detti e gli interventi di Cruciani

"Perché ha paura di un feto?". Ed è scontro tra Coghe e Parenzo
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Puntata senza esclusione di colpi alla Zanzara di Giuseppe Cruciani. In studio è stato invitato Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia, fervente sostenitore del cattolicesimo ma soprattutto contro l'aborto anche nei confronti delle donne che sono state stuprate: neanche pochi minuti e via alle polemiche di fronte al modellino di feto che Coghe ha portato in studio per provocare David Parenzo.

"Perché ha paura di lui?"

Cruciani chiede al suo ospite se avesse un "regalo" particolare per il collega giornalista: ecco che il portavoce dell'associazione prende in mano la minuscola riproduzione del feto umano rivolgendosi direttamente al suo antagonista, provocandolo. "Perché Parenzo ha paura di lui? Perché il dott. Parenzo non vuole dare diritti a lui?". Pronti via e apriti cielo, la risposta del giornalista non si è fatta attendere: "Non faccia spettacolo, sia serio. Voi fate delle cose vergognose, andate davanti agli ospedali dove le donne con dolore vanno ad abortire". Ma la risposta di Coghe prova a giustificarsi: "Non è la nostra associazione che fa questo".

"È una vergogna"

Parenzo, ormai in preda alla rabbia, incalza prendendosela con le associazioni che rivendicano i diritti con quel "gingillo, quel giocatollino che tenete in mano che rappresenta il feto di un bambino, è una vergogna" incalza. Il dibattito si fa sempre più forte. "È una fase del nostro sviluppo, eravamo così, è una fase del nostro sviluppo, eravamo noi così, perché vogliamo negare i diritti a questi bambini?", risponde Coghe. Le voci si sovrappongono, Cruciani assiste ormai al duello tra i due: "Quello è un feto!", ribatte Parenzo. "Facciamo nascere più bambini, aggiunge Coghe", "Io ne ho 4", sottolinea il giornalista.

Cosa prevede la legge

Nel pieno della discussione, Parenzo domanda cosa prevede la legge, secondo la quale la gravidanza può essere interrotta entro le dodici settimane, ossia novanta giorni: lo spiega bene il sito del Ministero della Salute spiegando che la materia è regolamentata dalla legge 194. "In Inghilterra fino al quinto o sesto mese", aggiunge sottolineando che "dal punto di vista neurologico, gli scienziati hanno stabilito che fino al terzo mese si può abortire, e quello è un diritto". Coghe, però, non ci sta e ribatte: "Allora dobbiamo credere alla Scienza come una nuova religione? Mi deve spiegare perché quando il cuore smette di battere è morte e quando inizia a battere non possiamo dire che è vita". "È un embrione, è un feto", risponde nuovamente Parenzo.

"Considera aborto un omicidio"

Anche Cruciani, fino a quel momento attento osservatore, interviene nella discussione tra i due dicendo che il vero discrimine è che Coghe considera l'aborto un omicidio. "Assolutamente sì, è la soppressione di una vita innocente", dice il diretto interessato. "Non voglio accollare questa colpa alle donne che devono essere aiutate a portare a termine una gravidanza che nel 97% abortiscono per problemi economici. Perché non vengono date loro i soldi? Vorrei che l'aborto diventasse impensabile". L'utopia di Coghe raggiunge l'apice quando afferma di voler creare un cimitero dei feti considerata "porcheria" da Cruciani. "Ma perché bisogna seppellire un feto? Ma chissenefrega! Se uno vuole lo fa, altrimenti nulla".

"Non è un bambino, è un feto"

Gli animi ormai sono scaldati, Parenzo non sta nella pelle e risponde a tono. "Non è un bambino, è un feto", sottolinea a ripetizione, dicendo che l'operazione mediatica che fa Coghe è "veramente vergognosa, oscena. Con questo pupazzetto che porta in giro lei fa una cosa oscena, una donna non lo farebbe mai. Quello che ha in mano è un pupazzetto del c...".

L'attenzione, poi, si sposta per un attimo sulla fascia arcobaleno negata ai Mondiali di calcio e sulla tematica di "genitore 1 e 2" che ha infiammato l'attualità di questi giorni.

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