Torino Una decina di giorni fa Marco Tardelli aveva spiegato che «questo può davvero essere l'anno della Juventus. Giocando una volta alla settimana, gli infortuni sono minori e certi giocatori, come Pirlo, riescono a dosarsi nel migliore dei modi». La vittoria ottenuta dalla Signora a Bergamo ne certifica l'esattezza dell'analisi: il numero 21 («i conti li faremo alla fine, per adesso il bilancio è ottimo») è tornato a dipingere calcio con giocate degne di Platini e la Juve a impressionare. Diventando campione d'inverno per la 25ª volta e dopo sei anni: l'ultima era datata 2006 e, al netto di calciopoli, tutti sanno come era andata a finire. Per di più, da quando la serie A è tornata a venti squadre, sette volte su sette la squadra arrivata prima al giro di boa ha poi vinto lo scudetto. Dulcis in fundo, i bianconeri hanno centrato laccoppiata campione d'inverno-tricolore 18 volte su 24: ce nè abbastanza per essere ottimisti e comunque per ritenere che questa squadra non è un bluff.
Negli ultimi due anni, targati Ferrara e Delneri, a gennaio la lenta e poi rovinosa discesa verso metà classifica era già cominciata: qui, invece, la squadra è ancora imbattuta e le 19 partite dallinizio del campionato senza conoscere sconfitta rappresentano già un record. «Anche se non è quello che ci interessa - ha detto Conte - qualcosa abbiamo cominciato a scrivere anche noi».
Altro arriverà, di questo passo. Anche se il Milan non molla e la strada rimane irta di difficoltà. Nel frattempo la truppa ha tirato un sospiro di sollievo: Marchisio, per il quale si temeva un lungo stop, ha subito una lieve distorsione del ginocchio destro senza lesioni meniscali e dovrebbe tornare nel giro di una decina di giorni, mentre la distorsione alla caviglia destra - con lieve interessamento del legamento peroneo-astragalico anteriore - di cui è rimasto vittima Pepe potrebbe essere assorbita in due-tre settimane. È chiaro che a questo punto dovranno tirare la testa fuori dallacqua giocatori finora poco utilizzati e magari altrettanto stimati, però sarebbe potuta andare peggio. E comunque, in vista della sfida della sfide contro il Milan del 26 febbraio, non è ancora suonato alcun campanello dallarme. Semmai, Conte ha preso atto che la sua rosa non è poi così scarna come temeva. De Ceglie, Marrone (classe 1990, pupillo di Ferrara e alter ego di Marchisio: come lui, veste bianconero fin dai Pulcini) e Giaccherini hanno dimostrato di valere la maglia e di non avere timore di alcunché.
E se qualcuno storce il naso (Pazienza, destinato all'Udinese, ed Elia oggetto misterioso), il bastone è dietro l'angolo: «Decido io, per il bene della Juventus, chi è in forma - è il mantra di Conte -. Siamo ancora in una fase transitoria, ma certo stiamo vivendo un bel sogno». Per prolungarlo, altre buone nuove sono attese dal mercato: Caceres pare più dietro l'angolo di Guarin e andrà a completare il reparto difensivo - il più solido del campionato: dodici gol subiti finora, solo due nelle ultime sette partite -, mentre in mezzo al campo restano in ballottaggio Nainggolan, Palombo, Pizarro, Behrami e Kuzmanovic oltre al già citato colombiano del Porto. Che rimarrebbe comunque come obiettivo estivo: quando la Juventus programmerà quasi certamente l'avventura in Champions League, al momento più che opzionata.
Il sogno insomma può continuare, anche se a questo punto cè il rischio che un eventuale secondo o terzo posto finale venga poi considerato un mezzo fallimento: allora sì che a Conte girerebbero davvero le scatole. Intanto, domani sera, quarto di finale secco di Coppa Italia contro la Roma.
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