RomaMacché nazioni e alleanze. Il marchio vincente lo inventò Silvio Berlusconi nel 93: Forza Italia. E visto che ora è libero, tanto vale prenderlo e metterlo sotto il logo del terzo polo, che per un puro caso è quello nato per mettere da parte proprio il premier copywriter. Che il Cavaliere a sinistra sia sempre stato segretamente ammirato e, anche se con decenni di ritardo, copiato, è cosa nota. E Francesco Rutelli, che comunque è tra i più moderati, lo ha confermato in un fuorionda messo sul sito Repubblica.it.
Lambientazione è una pausa del vertice terzopolista allhotel Minerva. Il leader Api sta parlando con Adolfo Urso, finiano di ferro, e spiega: «A me una cosa tipo Forza Italia non fa schifo per niente!»; «Glielo rubiamo...», aggiunge ridendo. Segue gesto di stizza appena percepibile di Urso. Già riconoscere la leadership di Pier Ferdinando Casini sarà dura, ma liscrizione a Forza Italia, per gli ex An usciti dal Pdl, è veramente troppo. E forse proprio per evitarlo, lex viceministro fa una mezza concessione e piazza paletti sul nome. «Lo sai come lo chiamiamo? Il punto focale è lItalia. Lo slogan deve essere lItalia». Voci fuori campo gli danno ragione: «LItalia va bene», «Per lItalia!», suggerisce una donna non inquadrata. Le riprese si interrompono e non è dato sapere se lex sindaco di Roma abbia insistito.
La Wikileaks terzopolista però continua e restituisce un Bruno Tabacci, sempre Api, che esorta tutti a marciare uniti: siamo 80 deputati e 20 senatori! La situazione è in realtà un po più complessa, soprattutto al Senato. Ma Tabacci si spinge avanti: se la legge elettorale e quella di oggi al Senato bisogna presentarci con un bollino solo. Alla Camera vedremo.
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