Ballerà, canterà, salterà come una vera show girl. Anzi come Madonna, la cantante rock che l'aveva anni fa sfidata sul suo terreno nel remake di «Travolti da un insolito destino». «Ora tocca a me - ha detto ieri scherzando Mariangela Melato - renderle la pariglia».
In un ruolo insolito, l'attrice italiana porta in teatro uno spettacolo disegnato su di lei, un one man (anzi woman) show, come quelli di Fiorello o Morandi o Teocoli. Si intitola «Sola me ne vo...» e debutterà questa sera al Teatro della Corte dove resterà in scena fino a domanica 4 febbraio. Per girare poi in 140 repliche in quasi tutte le città d'Italia fino a fine anno.
Il titolo si ispira al noto motivetto del 1936, che Mariangela cantò qualche tempo fa in un programma con Renzo Arbore. «L'unico che poteva convincermi a cantare - ha raccontato l'attrice durante la presentazione dello spettacolo al teatro Nuovo di Milano - Da lì comunque è quasi nata l'idea di questa tournée». Con la regia di Giampiero Solari, prodotto dalla Ballandi Entertainment (la stessa di altri one man show come quelli di Celentano, Fiorello, Zero, Morandi), lo spettacolo è una storia di Mariangela, ma anche del teatro.
Un'avventura nella quale l'attrice di tanti successi teatrali e cinematografici, racconta aneddoti, recita monologhi, cita testi teatrali da Brecht a Shakespeare, canta Gaber e Vasco Rossi, parla di sé. «Ma questo non significa che parlo della mia vita - ha voluto precisare - non significa che mi metto a nudo e metto in gioco me stessa, racconto in realtà il romanzo della mia vita e quella del teatro». Il suo personale paese delle meraviglie nel quale come Alice si avventura, tra passato e attualità. «Se mi chiedete di che colore è lo spettacolo rispondo rosso - ha poi detto sollecitata dalle domande - ma non voglio fare ideologia». Votata da anni al teatro impegnato, dal quale con questa tournée si prende una pausa, Mariangela da tempo è invece lontano dal cinema. «Non voglio fare la nonna o la zia di qualche velina - ha precisato polemicamente - e devo dire che sono anni che, dopo aver visto un film, non penso: mi sarebbe piaciuto quel ruolo».
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