Salve Direttore, non ho dubbi che persone come lei non si lascino intimidire da alcun tipo di bavaglio, dire ciò che si pensa oggi è un pregio. Oggi che le falsità e le cadreghe (come dice lei) fanno da padrone, meglio essere dalla parte degli eroi, che entrare alla corte dei voltagabbana. Affili la spada, tenga al caldo la sua ascia, le verità danno fastidio! Lei è una voce dei nostri pensieri.
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L’ipocrisia della sinistra, mi scusi dei comunisti, ormai non ha più limiti. Hanno monopolizzato la magistratura, la scuola, il garante dell’editoria. Direttore tenga duro, questa vacanza le sarà di ristoro per essere più incisivo ed efficace nelle sue iniziative giornalistiche.
Luca Manganotti
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Caro Direttore, continui pure a gridare ad alta voce il suo disgusto per la mancanza di democrazia ed obiettività e continui a farci sentire la sua voce. Ignori l’invito della corporazione dei giornalisti «attapirati» e continui pure a scrivere. Forza e coraggio!
Marcello Pistolesi
Saronno
Indirizzerei questa lettera all’Ordine dei giornalisti per gridare la grande soddisfazione che ho provato quando recandomi in una libreria di Palermo per acquistare Il Vittorioso, l’impiegato mi ha risposto che il libro era già esaurito. Ho subito fatto una riflessione e ho avuto un attimo di divertita compassione per i suoi «ghigliottinatori»: ma come, hanno strangolato la voce di Vittorio Feltri per tre lunghissimi mesi e il suo libro in molte parti del territorio nazionale non si trova più negli scaffali delle librerie? Cosa è successo? Questa, egregio Direttore, è la più bella risposta che poteva e potevamo dare a questi falsari dell’informazione: sapere che esistono migliaia di lettori che gridano no alla sua sospensione, nemmeno per un giorno, perché lei la libertà sa come scriverla.
Davide Martinez
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Evviva il pensiero libero. Spesso quando leggo della sinistra mi capita di pensare alla favola della volpe e l’uva. Non lasci Direttore, siamo tutti con lei. Buon lavoro.
Lorella Mimmo
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Resistere, resistere, resistere. Non ci facciamo intimidire da chi ha come unico sentimento l’odio. Accetti tutta la nostra solidarietà. Con stima e gratitudine per le sue battaglie.
Laura Sorani e Flavio Boschini
Reggiolo (Reggio Emilia)
Direttore Feltri, sulle caratteristiche dei bischeri non ho mai avuto dubbi. Sul numero, invece, si. Adesso, finalmente, so che sono 132 e/o multipli di questo numero. Un abbraccio.
Pierluigi Collina
Gozzano (Novara)
L’Ordine dei giornalisti? Ma chi sono questi personaggi che agiscono con due pesi e due misure? Dove sta scritto che il pensiero nobile e forbito sia solo à gauche? Pensare liberamente a destra è indice di deficienza mentale? Allora siamo in tanti, visto che in Italia ha stravinto il simbolo «Berlusconi Presidente».
Daniela Pagliarini
Vergato (Bologna)
Tutta la mia solidarietà al Direttore Vittorio Feltri. Esprimo il mio disgusto per l’ingiusta decisione presa dall’Ordine. Mi chiedo dove sia andata a finire la libertà di stampa se imbavagliano uno tra i migliori giornalisti! Si può dire tutto solo se si è di sinistra?! Purtroppo è così. Ecco dov’è la dittatura!
Egle Fontana
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Caro Vittorio Feltri, sono una cittadina indignata ed impaurita da ciò che le stanno facendo: zittirla significa essere in un regime totalitario. In questo brutto periodo, si premiano solo chi sparge fango, prende soldi (tanti) dalla Rai, chi è schierato da una sola parte e dai traditori fascisti. E allora caro Direttore, io ribadisco la mia paura. Aspetto di rileggerla per avere precisa la verità che altri non sanno scrivere.
Giovanna Nocetti
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Caro Direttore, faccio la giornalista solo per merito suo e il mio più grande desiderio e realizzazione professionale sarebbe poter diventare come lei. Non molli mai! Li saprà zittire con la sua penna, come sempre. E nessuno sarà alla sua altezza nella risposta, potranno solo imbavagliarla per poterci arrivare e neanche! Lei è e resta il più grande giornalista che abbiamo!
Rosalia Santoro, Direttore «Nuova Gazzetta di Napoli»
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Gentile Direttore, quando voglio leggere un giornale senza arrabbiarmi, compro il suo. Le notizie sono efficaci, e mordono dove c’è bisogno. Sono un pensionato, quindi posso solamente comprare il suo giornale una o due volte a settimana, ma non ho mai rimpianti per la spesa. Quando si arriva a censurare una penna come la sua, vuole dire che in Italia siamo arrivati veramente alla frutta. Lei continui come è nel suo Dna, i suoi lettori sono gente franca e sincera e le sono vicini.
Beppe Botta
Fossano (Cuneo)
Gratitudine, solidarietà ma soprattutto indignazione, questi i miei sentimenti caro Direttore, non molli: lei è tutti noi lettori da sempre di un giornale libero.
Edvige Rossi
Stimatissimo Direttore, resista a ogni iniqua sentenza! Che non le venga mai in mente di ritirarsi. Abbiamo troppo bisogno della sua intelligenza, competenza, ironia, arguzia, doti sempre più rare nell’attuale panorama editoriale.
Silvia Corradini
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Carissimo Vittorio, scusi se la chiamo così, ma fa ormai parte della famiglia, vorrei insieme a mia moglie esprimerle la solidarietà che merita per una decisione vergognosa dell’Ordine, di cui ormai si è detto di tutto e del quale pensiamo il peggio possibile. Vogliono togliere la voce vera e libera con una decisione che sappiamo politica. Forza Direttore, noi l’aspetteremo.
Fausto Salvadori e Maria Rosa Stancari
Goito (Mantova)
Egregio Direttore sono da sempre lettrice de il Giornale e desidero esprimerle la mia stima e solidarietà. Non smetta mai di essere un cane sciolto! La apprezzo molto per questo!
Paola Borghignoli
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A nome anche del Gruppo Pdl/Lega di Cavriago, le esprimo la più totale solidarietà ed immutata stima per il grave trattamento inaudito che le hanno inflitto. Di questa censura di stampo comunista sarà certamente felice il trasformista dei due monti (Montecitorio e Montecarlo), in quanto lei fu il primo a smascherarlo evidenziando in diversi editoriali le sue trame politiche e il disprezzo nei confronti del presidente Berlusconi.
Ivaldo Casali, Capogruppo Consiliare Pdl/Lega del Comune di Cavriago
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Sono un sacerdote di origine ucraina ed esercito il mio ministero in Sardegna, nella zona di Sassari. Leggo sempre il Giornale e vorrei solo esprimere la mia solidarietà al Direttore e la stima anche ai suoi collaboratori. I vostri articoli spesso trovano la condivisione anche sulla mia pagina di Facebook...!
Don Vladimiro
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Le esprimo incondizionatamente la mia piena solidarietà per la grave ingiustizia che le hanno imposto. Mi dispiace che dai paladini delle libertà, non si sia alzata nessuna voce per difendere il suo diritto a scrivere.
Mariella Rota
Caro Direttore, lei è spesso sottile ironico e tanto altro, ma certamente è palese, per chi la legge, ripeto è palese che è sempre in cerca della verità e al servizio di se stesso e dei lettori. L’ingiustizia che la dovrebbe colpire è a mio giudizio partigiana e infame, da regime. Per inciso il caso Boffo andava denunciato ed il particolare di cui si è scusato io credo che nella sostanza fosse vero, quindi la vera colpa è di avere attaccato Fini.
Lucilla Gallizio
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Caro Vittorio, non c’è «ordine» (volutamente scritto in minuscolo) che possa impedirti di parlare e l’altra sera da Gad Lerner sei stato, come sempre, chiaro e convincente. Complimenti! Tieni duro perché noi, tuoi lettori, saremo sempre al tuo fianco.
Vanni Dolcini
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Il caso Feltri è un bell’esempio della concezione di libertà di stampa del pensiero sinistrorso: per se stessi libertà di insulto e calunnia contro gli avversari. Per quelli che non si conformano al loro pensiero, censura. Forza Feltri! Se non potrai scrivere per tre mesi, occupa il tuo tempo andando in tutte la trasmissioni radio e tv a cantargliela.
Lorenza Grasso
Genova
I giornalisti di sinistra che hanno sanzionato Feltri hanno fatto un triplice errore: quello di essersi censurati come giornalisti; di aver dimostrato di dare giudizi di parte (perché mai a Repubblica?); e di non aver fatto un bel servizio alla sinistra bacchettona, che su questo tema non ha avuto da obbiettare. E dov’è allora la libertà di stampa? Quest’Ordine ha poco di ordinato e di coerente e non ha rappresentato l’opinione e la volontà dei giornalisti. L’Italia libera si spacca anche nell’Ordine!
Giuseppe Monti
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Più che un provvedimento disciplinare nel nostro caso si tratta di una vera e propria censura. Se non rammento male, il Giornale qualche mese fa si occupò del caso Boffo, direttore dell’Avvenire, ed in particolare in relazione alla sua condanna emessa da un Tribunale. Ma pubblicare e commentare una sentenza (già passata in giudicato) costituisce reato e un illecito disciplinare? A me sembra proprio di no. Sarebbe stato l’esatto contrario. Non pubblicare quella notizia significava non esercitare il diritto di cronaca e tenere all’oscuro i lettori di una notizia di un certo rilievo.
Giuseppe Blasio
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Ciao Feltri, sono un assiduo lettore del Giornale. Manifesto la mia piena solidarietà ad un Giornalista con la G maiuscola. Sono certo che questa squalifica che ti hanno appioppato, squalifica di fatto chi l’ha emessa e chi la sostiene o fa finta di nulla. Ti sono vicino e continuerò a leggere i tuoi articoli.
Bruno Bocconi
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Non sono sempre stato un suo lettore, ma nell’ultimo anno ho sempre più spesso letto il suo quotidiano nel quale trovo un’assonanza di idee liberali e «progressiste». Oltre ad esprimere la mia solidarietà (da oggi diventerò un lettore assiduo) vorrei capire come nel 2010 possano esistere ordini autoreferenziali che dichiarandosi difensori della «libertà» impediscono a qualcuno di esercitarla.
Carlo Besnati
Busto Arsizio
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