La popolazione invecchia. Se nel 1971 a Milano cerano 61 anziani ogni 100 bambini (da intendersi ancora per anziano chi ha dai 65 anni in su) e nel 1981 il rapporto è passato a 90 su 100, oggi nel 2007 siamo a 200 anziani ogni 100 bambini.
Si dirà che anche lanagrafe deve andare al passo coi tempi e correggere la definizione di «anziano», ma la realtà non cambia di molto. Se consideriamo gli ultraottantenni ci accorgiamo dellimpennata negli ultimi sei anni, nel 2000 erano 61.476 (il 4,7 per cento), nel 2006 sono saliti a 84.453 (il 6,5 per cento). Lincremento è stato del 37,4 per cento. Si chiede a questo proposito il sociologo Clemente Lanzetti: «I fondi del Comune sono aumentati con questo ritmo?». Ma il dato che lascia di stucco è quello riferito ai suicidi. Fra gli over settanta, nel 2006, in 37 si sono tolti la vita, facendo registrare lincidenza in assoluto più alta (16,57 per centomila abitanti) rispetto alle altre fasce detà. «È una spia sulla qualità della vita - riflette Lanzetti - questi suicidi ci dicono tante cose. Che cè solitudine e che ci sono problemi di relazione». Lassessore ai Servizi sociali ha ricordato due politiche vincenti, quelle dei centri aggregativi «frequentate anche da ultracentenari che hanno uno scopo per uscire di casa: ritrovarsi per giocare a carte» e la rete dei custodi sociali che «controlla» diecimila anziani delle case popolari.
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