Sollievo nel Pd: grazie al Caf donazioni detassate

Se il sindacato deve essere la cinghia di trasmissione del partito, allora anche ai Caf (o Caaf) spetta un ruolo. Magari quello di tappo del serbatoio oppure di additivo alla benzina. Di sicuro la questione sollevata dal centro di assistenza fiscale della Cgil del Lazio e della Basilicata qualche tempo fa e la relativa chiarificazione dell’agenzia delle entrate è caduta come la manna dal cielo per il Partito democratico. Appena in tempo per evitare un salasso di sottoscrizioni. La questione sollevata dalla Spa controllata dalla Cgil era semplice. In sintesi: la legge prevede la possibilità di detrarre dall’imposta lorda il 19 per cento delle sottoscrizioni ai partiti per un importo tra i 51,65 e i 103.291,38 euro. Però è necessario che i partiti o i movimenti destinatari della donazione abbiano almeno un parlamentare. Ora, nella precedente legislatura i parlamentari del Pd erano stati eletti nelle liste dei Ds o della Margherita, quindi «sussistono obiettive condizioni di incertezza».

La risposta dell’agenzia dell’entrate al Caaf della Cgil ha salvato le donazioni al Pd concesse l’anno scorso, riconoscendogli lo status di partito rappresentato in Parlamento, anche se nessuno era stato eletto nelle sue liste.

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