Solo Alonso tiene il passo delle scatenate Red Bull

Ha detto: «Paragonarmi a Michael Schumacher è ridicolo… lui è una leggenda». Firmato: Sebastian Vettel. C’è solo da chiedersi che cosa sia veramente ridicolo: se il paragone o se il fatto che l’Immensità motoristica sia solo nona ben lungi dal compagno di squadra, Nico Rosberg, quarto. Ma tant’è, queste sono cose tristi che riguardano la triste idea di kaiser Schumi di rientrare in F1. Tornando invece al pole man, Sebastian è ragazzino furbo e talentuoso che sa bene di essere ben più forte, oggi, di Michael, ma sa altrettanto che per emularlo di strada ne deve ancora percorrere tantina. Però Vettel non è solo veloce e intelligente, è anche un abitudinario: se c’è da comprare un biglietto o un abbonamento, lui, per star sereno, preferisce la seconda opzione. E infatti quest’anno ha staccato l’abbonamento per le pole: tre delle quattro (cioè tutte) infilate dalla Redbull. Merito suo e di quel missile pensato e progettato da mago Adrian Newey che scarrozza lui e il compagno Mark Webber (pole in Malesia). E che la macchina sia molto ma molto gustosa lo dimostra proprio la posizione dell’australiano, dignitoso e incostante pilota comunque proiettato nelle zone alte.
Però, occhio, non è tutto già scritto come potrebbe sembrare. Perché la prima Ferrari è dietro ma non anni luce causa pasticci come nel recentissimo passato: è lì, dove deve essere, un filo dietro per manifesta e leggera inferiorità rispetto alle Redbull solo in prova e in qualifica, non in gara. Semmai, il problema vero ce l’ha Felipe Massa che causa «un mio errore nell’ultima curva» è solo settimo. Non è tutto già scritto per due semplici motivi: il primo da ricercarsi alla voce meteo. Come le pole Redbull e di Vettel, anche Giove Pluvio ha preferito abbonarsi a questo mondiale, per cui oggi (la gara scatta alle 9 italiane, ndr) a Shanghai è prevista pioggia e con le goccerelline dispettose tutto può accadere («la pioggia diverte voi, ma per noi è solo un aumento di pericoli» ha giustamente sottolineato Alonso). Il secondo motivo, il più importante e – ammettiamolo – più confortante, è che la Rossa è un po’ come Superman, come Spiderman. Durante le libere e la pole veste i panni comuni di Clark Kent e Peter Parker, solo nel giorno della gara indossa quelli del super eroe. Merito del progetto che privilegia il passo gara e ottimizza l’uso delle gomme dure. Per cui prepariamoci, salvo pasticciacci, a vedere un brasiliano che rimonta e uno spagnolo che alita sul collo dei due della Redbull. Come in Bahrein (più o meno stessa cosa in Australia), quando chi si trovava al volante della bibita energetica fu costretto a spingere a più non posso mandando in crisi la macchina (all’estremo per progetto e con un motore, il Renault, meno performante rispetto a Ferrari e Mercedes, ndr).
Insomma, lecito sperare, e lo stesso capitan Domenicali, a caldo, ha parlato di una gara che potrebbe finire «come in Bahrein», cioè vittoria, cioè vistoso podio. E Fernando gli ha fatto eco: «Sappiamo che in corsa il ritmo è diverso e siamo fiduciosi. Il gp è lungo e il terzo posto è buono, possiamo fare bene e sicuramente puntare al podio… In più sono soddisfatto dei miglioramenti aerodinamici…». Quindi ha ricordato: «Anche quando ero alla McLaren (stamane Button ed Hamilton scatteranno dalla terza fila, ndr) eravamo molto veloci nelle qualifiche e la Ferrari lo era in gara e però con questa filosofia tecnica vinceva».
Quanto all’uomo che corre domandandosi «chi diavolo me l’ha fatto fare?», ovvero Schumacher, non l’avremmo mai detto, comincia persino a fare tenerezza. Nono e lontano, prima risponde con un sorriso finalmente umile ai tifosi cinesi che lo sostengono e urlano «Mike, Mike sei tornato e siamo tornati anche noi…», poi ammette: «Sono ovviamente deluso...

in questo fine settimana non sono mai riuscito a trovare il giusto equilibrio della macchina… Però in F1 c'é sempre la possibilità di sorprese... Posso ancora ottenere un buon risultato e farò di tutto per questo». Massì, tifiamo anche per lui, dopo il bagno di umiltà è pronto per tornare simpatico. Forse.

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