«Solo Preziosi ci riporterà in alto»

Il Joker non ha gettato la spugna e vuole ripartire

Egregio dottor Lussana, sulle disgraziate vicende del Genoa, lei, molto cortesemente, ha pubblicato nei mesi scorsi alcune mie lettere. La ringrazio e vorrei così facesse anche per questa mia ultima che, ormai (come si dice) «a boccie ferme», può dare adito a considerazioni conclusive.
Prima di tutto, una nota di riprovazione per quella frangia di tifosi che, nell’armadio, insieme alla bandiera rossoblù, conservano, tenacemente, un drappo come sopra scritto: «Presidente, vattene!» e, non aspettano altro che il momento di tirarlo fuori e abbandierarlo, come sopraggiungano difficoltà. Certo che, in questo caso, una grandine di fatti negativi si è abbattuta sul Genoa...
Sintesi della vicenda: a suo tempo il Signor Preziosi, rilevò il Genoa, sprofondato in serie C, e oberato di debiti. Riassettò il bilancio, riportò la squadra in serie B. Poi la attrezzò per la salita in serie A ed il Genoa, a suon di punti acquistati, si aggiudicò la promozione alla Serie A. E, subito, il presidente, rintracciando atleti di valore, si diede a preparare una squadra per ben figurare nella massima serie. Poi, come tutti sanno, la parabola ascendente, si spezzò; si frantumarono i programmi ambiziosi, si precipitò molto in basso... il presidente (per troppo amore per la squadra), con troppa leggerezza, volle rispondere ad una «spacconata» del Torino, con una contro offerta che fu considerata quale «acquisto illecito del risultato».
La giustizia fu inesorabile e calò la mannaia sul collo sia del Genoa, che dei suoi affezionati ed incolpevoli, «tifosi», ma soprattutto sul presidente Preziosi, giungendo agli arresti. Oltre il danno finanziario, fu calpestata la sua figura di uomo. Non gli venne concessa alcuna attenuante, ignorando i suoi meriti di industriale che lavora e fa lavorare, non vive (come certi politici, molti ben retribuiti) raccontando «storielle» alla gente. L’ultimo colpo gobbo, l’ha avuto per la morte del professor Scoglio. Tutte le «testate» dei quotidiani, si sono premurati di sottolineare che Scoglio era morto dopo vivace discussione col presidente Preziosi. E tutta l’Italia, ha sentenziato «Preziosi ha ucciso Scoglio».
È pure vero che, poi, nel contesto degli articoli, i giornali si sono affrettati a precisare che la discussione fu, sì animata, ma corretta e che, quando il Professore ebbe la crisi, la discusisone era finita. Non fu posto nel debito rilievo che Scoglio, nello discutere, non usava certo il «fair play» di un inglese, ma sanguigno meridionale, si agitava subito, alzava la voce, gesticolava... Parecchie volte, quale allenatore, fu allontanato dal campo per avere inveito contro l’arbitro... Indubbiamente, Preziosi, l’aveva contraddetto, nella discussione, ritenendo valide e giuste le sue ragioni... Conclusione: il presidente Preziosi «ha bevuto (come si suol dire) il calice sino alla feccia». Riconoscendo i suoi torti, non ha «gettato la spugna». Non «molla». È pronto sempre «a ripartire», a riguadagnare il terreno perduto. Sempre pagando di sua tasca. Ammiriamo questa sua tenacia di irriducibile combattente. Ammiriamo questa sua tenacia di irriducibile combattente.

A mio avviso, i «tifosi» genoani, non solo debbono perdonargli gli errori fatti; ma stargli vicino, fiancheggiarlo con la stessa passione ed amore di sempre.
Chi meglio di lui può riportare il Genoa in alto? Dunque: «Viva il Genoa! Viva Preziosi!»
La saluto con la massima stima.

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