Sondaggi, centrodestra più forte E il Fli ruberà voti alla sinistra

Francesca Angeli

RomaLa scissione voluta da Fini la pagherà tutta la sinistra che subirà l’ennesima sconfitta. Lo scontro politico interno al Pdl, la contrapposizione tra il premier Silvio Berlusconi e il presidente della Camera paradossalmente finirà per far più male all’opposizione perché Futuro e libertà, la creatura dei finiani, andrà a pescare voti anche nel bacino del centrosinistra mentre Berlusconi resterà «molto difficile da battere».
Il vaticinio, basato non sulla lettura dei fondi del caffè ma sulle cifre fornite dai sondaggi, è di Nicola Piepoli che, in un’intervista al Sussidiario.net, delinea i possibili scenari se si andasse alle elezioni anticipate. La nascita di Futuro e libertà, secondo Piepoli, rende «ancora più alto il deficit di voti già molto pesante tra centrosinistra e centrodestra». Ad oggi «la maggioranza che sostiene il governo fa registrare un più 1,5 per cento» e anche dopo la diaspora degli uomini di Fini dal Pdl «il saldo per il centrodestra è in attivo perché ciò che il Pdl perde è meno di quanto Fli guadagna». Un dato che non stupisce perché conferma quanto accade di solito: quando ci si divide la somma complessiva aumenta, quando invece due forze politiche si fondono il totale è inferiore alla somma dei due partiti prima divisi. Un’eccezione che conferma la regola c’è stata, ricorda Piepoli, ed è proprio il caso del Pdl.
Tanto rumore per nulla, dunque? La bomba fatta deflagrare da Fini all’interno del partito si rivelerebbe alla fine poco più di un petardo non in grado di raggiungere l’obiettivo prefissato, ovvero la defenestrazione del premier.
Comunque è importante pure capire in termini assoluti quanto può valere il partito di Fini. Secondo Piepoli un 5 per cento, ovvero una percentuale «che rispecchia la numerica parlamentare, la proporzione cioè tra i deputati usciti dal Pdl e quelli che sono rimasti con Berlusconi».
Attenzione però, avverte il sondaggista, Fli è comunque un soggetto politico del tutto nuovo quindi «destinato a sottrarre voti a tutte le forze in campo», non soltanto al Pdl. E se è vero che il 2,5 per cento lo succhierà al raggruppamento originario è ipotizzabile che l’uno per cento secco lo prenda al Partito democratico e il resto da Lega, Idv e Udc.
Dunque, prosegue Piepoli «la nascita di Fli rende ancora più alto il deficit di voti già molto pesante tra centrosinistra e centrodestra. In pratica condanna la sinistra a una sconfitta».
E se l’ex leader di Alleanza nazionale fosse tentato dal progetto di un terzo polo, che peso avrebbe? In questo caso le previsioni si fanno più azzardate perché, spiega Piepoli, «cambierebbe tutto». Né è possibile ad esempio fare una ipotetica somma tra il presunto 5 per cento di Fli e il 5,5 per cento sul quale risulta ora attestato l’Udc di Pierferdinando Casini. «Non si può pesare il “terzo polo” facendo la somma aritmetica tra questi due partiti, aggiungendo il pacchetto di voti del Movimento per le autonomie di Raffaele Lombardo, e dell’Alleanza per l’Italia di Francesco Rutelli», osserva Piepoli. Qualsiasi cosa decida di fare Fini, prosegue Piepoli, resta il fatto che Berlusconi ha dalla sua un 36 per cento mentre la Lega risulterebbe in lieve calo ma sempre intorno a un solido 10 per cento. Aumentano infine gli italiani che non vogliono né ribaltoni, né nuove elezioni. Uno su tre, il 34 per cento, «pensa che la cosa migliore per il bene del Paese sia che l’attuale esecutivo continui a governare».
Anche la rivista «Analisi politica» si è esercitata sulla figura di Fini rilevando il trattamento subito dal presidente della Camera da parte della stampa.

Dieci le testate analizzate: dal Giornale all’Unità, dal Tempo a Repubblica. A prescindere dall’orientamento, il profilo della figura politica che emerge è lo stesso: Fini è «una persona molto preparata ma che non dà troppa fiducia e poco vicina ai cittadini».

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