«Sono deluso, non voterò al ballottaggio»

Caro direttore, sono un vecchio elettore che sin dal 1948 si è battuto affinché trionfassero gli ideali della libertà. Non voglio ripercorrere il mio vissuto politico: sono stato democristiano con De Gasperi (...absit iniuria verbis...) e per l’affermazione delle mie idee mi sono sempre battuto non solo con il voto, ma anche personalmente, rischiando forse qualcosa.
L’unico epitaffio che desidererei sulla lapide della mia ultima dimora sarebbe: anticomunista per tutta la vita.
Non mi si dica che i comunisti non esistono più perché, come chiaramente espresso nell’articolo dal vostro direttore Sallusti, i comunisti si mascherano: nel 1948 si mascherarono con la faccia di Garibaldi, oggi con la dicitura Democratico.
Il primo di essi è il nostro Presidente della Repubblica di cui non occorre ricordare le posizioni assunte per esempio nel 1956 sui fatti di Budapest: oggi egli conferma in tutte le occasioni la pervicace tendenza a favorire la sinistra, determinando addirittura l’accantonamento della democrazia e la nascita del Governo Monti.
Ella, caro dottor Lussana, scrive che gli elettori del centro destra dovrebbero appoggiare al ballottaggio Enrico Musso.
Ho assistito al «cupio dissolvi» che ha contraddistinto la vita del centro destra a Genova e sinceramente sono rimasto disgustato.
Ho votato Vinai che giudico abbia tenuto un comportamento onesto e lineare. Le dico però che per la prima volta io, che ho sempre votato, non andrò a votare al ballottaggio.
Il senatore ha voltato gabbana, ha votato in Parlamento contro chi lo aveva «beneficiato» e si è comportato come un opportunista.

Non contesto ad alcuno la possibilità di mutare le proprie convinzioni e di cambiare idea: fa parte della libertà, ma coerenza vuole che se si cambia idea, si diano le dimissioni dall’incarico che al senatore Musso Berlusconi ha regalato.