«Sono famosi e fan del bene» In 10 premiati dai City Angels

«Il Campione», quinta edizione: a Palazzo Isimbardi consegnata la statuetta a personaggi tv, giornalisti e imprenditori

«Oggi premiamo i veri campioni, persone che scelgono di usare la propria visibilità per fare del bene». Con queste parole Mario Furlan ha introdotto la quinta edizione del «Premio Il Campione», che ha organizzato insieme ai suoi City Angels e all’Osservatorio giornalistico MediaWatch, con la sponsorizzazione di Bayer.
Ieri a Palazzo Isimbardi sono state consegnate, in un clima di grande commozione, le statuette in vetro che rappresentano un uomo con un cuore in mano. Hanno, infatti, un grande cuore i campioni scelti da otto direttori di quotidiani (Giulio Anselmi della Stampa, Gigi Bacialli del Gazzettino, Maurizio Belpietro del Giornale, Ferruccio De Bortoli del Sole24ore, Vittorio Feltri di Libero, Paolo Mieli del Corriere della Sera, Antonio Di Rosa della Gazzetta dello Sport, Giovanni Morandi del Giorno e del Quotidiano nazionale). Marco Roveda, fondatore di Fattorie Scaldasole, è stato premiato per aver introdotto sul mercato i prodotti a «impatto zero», Tessa Gelisio che conduce su Rete4 Geo e Pianeta Mare per il suo impegno a favore dell’ambiente, Pino Roveredo, vincitore ex aequo del Premio Campiello, per l’aiuto che dà agli ex alcolisti.
Il premio all’Economia è andato a Brunello Cucinelli, «re del cachemire» che ha finanziato il restauro del borgo medioevale di Corciano (Orvieto), quello per l’Integrazione a Fabrizio Gatti, giornalista de L’Espresso che si è finto clandestino curdo per farsi rinchiudere nel Cpt di Lampedusa e descriverne i soprusi, mentre il direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche «Mario Negri», Silvio Garattini, ha vinto il premio per la Scienza.

Renzo Arbore è stato premiato per il suo impegno a favore della Lega del Filo d’Oro, associazione che aiuta i bimbi malati di leucemia, Candido Cannavò, autore del libro «E li chiamano disabili» per aver diffuso i valori dello Sport, Momcilo Janklovich, premio «Volontariato» perché esaudisce i sogni dei bambini malati di tumore, mentre Enrico Calamai è stato premiato per aver aiutato negli anni Settanta gli oppositori al regime militare argentino.

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