«Sono liberi» e il parroco suona le campane

Andrea Fontana

Il cartello con una frase di Giovanni Paolo II appeso da cinque giorni alla vetrina del negozio di Patrizia Rossi ha lasciato spazio ad un foglietto improvvisato, ma gioioso: «Cara Befana, ci hai ascoltato e nel tuo sacco ci hai portato un grandissimo regalo. Grazie».
Gli «amici di Landriano» salutano così la notizia della liberazione della loro concittadina presa in ostaggio domenica scorsa nello Yemen. Annuncio arrivato a casa Rossi, in via della Rimembranza, intorno alle 8 con una telefonata del Ministero degli Esteri. «Stanno bene tutti e due, sia Patrizia che Enzo, speriamo arrivino domani, li aspetteremo qui» sono le parole di Armando, fratello della donna, che sbuca dalla villetta all’ora di pranzo finalmente sollevato dopo cinque notti insonni. Le prime battute al telefono della quarantaquattrenne liberata sono state per le figlie adolescenti, Elena e Veronica. «Siamo davvero felicissimi, è una gioia grande» dice Veronica, la maggiore di sedici anni. L’annuncio alla piccola cittadina in provincia di Pavia è invece arrivato dal parroco durante la messa del mattino: «Ho saputo della liberazione poco prima che scendessi per la messa delle 8 e 30 e per questo abbiamo ringraziato il Signore insieme ai fedeli» spiega don Angelo Lomi.
Le campane della chiesa di Sant’Agata hanno suonato a festa pochi chilometri più in là, a Basiglio, dove vive Enzo Bottillo, compagno di Patrizia Rossi nella vita e anche nello sfortunato viaggio nello Yemen. «Ho sentito mio padre - esordisce il figlio Luca, di 24 anni -, tra di noi ci sono state poche parole, ma sono state molto importanti. Mi ha detto una cosa che non si dice spesso tra uomini, mi ha detto: “Ti amo”». Per Luca un’attesa sfiancante nella villetta color panna di via Renoncino dopo i contraddittori aggiornamenti di giovedì (la sparatoria e l’imminente liberazione), poi la decisione di chiudersi nel silenzio non appena è arrivata la telefonata della Farnesina. A metà giornata l’euforia per aver parlato con il padre e il trasferimento nel Pavese per abbracciare i familiari di Patrizia. Intanto a Basiglio, la preghiera per invocare la liberazione degli ostaggi programmata da don Franco Cecchin lascia il posto alla preghiera di ringraziamento, mentre il primo cittadino Marco Flavio Cirillo tira un sospiro di sollievo: «È una bella notizia. Telefonavo tutti i giorni ai familiari per avere novità e anche ieri (giovedì, ndr) li ho visti abbastanza tranquilli».
Il quartier generale della festa però è Landriano, dove con il passare delle ore la processione di visite e di telefonate a casa Rossi è aumentata. «Ho sempre detto loro di stare calmi - racconta il sindaco Roberto Aguzzi -. I familiari hanno avuto però un momento di sconforto quando si è diffusa la voce del blitz dell’esercito yemenita». Al numero 15 di via della Rimembranza arrivano fiori e bigliettini, che sciolgono ancora la riservatezza della famiglia. «Non poteva essere un giorno della Befana più bello» dice Concetta, mamma di Patrizia.

L’attesa ora è per il rientro dei due in paese: l’arrivo in Italia previsto per le 14 di oggi a Fiumicino. A seguire il «Bentornati» a Basiglio e Landriano: «una festa indimenticabile» garantisce Luca Bottillo, per la quale dovrebbe rientrare dall’Uruguay anche il primo figlio di Enzo, Cristian.

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