«Sono musulmano, ma ci sarò Togliergli la parola è inconcepibile»

«La visita del Papa è un evento di risonanza internazionale. Tutto il mondo lo invita e lo aspetta. Il Pontefice ha l’agenda fitta di impegni e l’Università che fa? Lo rifiuta. Questi vogliono fare politica ma non sanno neppure da dove si comincia». Moustapha Mansouri è membro della consulta islamica marocchina presso il Viminale e presidente del Partito Immigrati. Vive a Roma da vent’anni e per la prima volta seguirà l’Angelus celebrato da Ratzinger in piazza San Pietro.
Perché?
«Questa vicenda ci ha molto colpito. Togliere la parola al Papa in uno stato di diritto è inconcepibile. Dopo si sono alimentate polemiche e si è gettato fumo negli occhi ma un fatto è evidente: è stata operata una censura. Si è tolto il diritto di parola al Papa e una cosa del genere succede nelle dittature».
Che cosa c’è dietro questo no al Pontefice?
«Tanta ideologia. Confondono il Papa con il docente, il professor Ratzinger, per le idee che ha espresso a proposito della ricerca. Ma se il Papa parla all’Università si ferma la ricerca? Ridicolo. Poi ora che Ratzinger è Papa e rappresenta milioni di fedeli dire no a lui in qualche modo è come dire no a milioni di fedeli. Ratzinger ha idee forti ma la Chiesa ha le sue sacrosante ragioni. Dovevano lasciarlo parlare e dare a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio».


Chi ci sarà con lei?
«Un’ampia delegazione rappresentativa di tutte le nostre anime per dare solidarietà al Papa. Non che ne abbia bisogno: ha un grande spirito e un grande coraggio. La nostra presenza è simbolica: non vogliamo mancare al Papa day».

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