Quello di oggi è un mondo che cambia e noi genitori dobbiamo essere preparati per indirizzarli con amore verso alla Vita. E' importante conoscere i nostri figli per non etichettarli malamente o demotivarli poiché la crescita implica dei mutamenti, anche ormonali, che possono provocare delle stanchezze inspiegabili. Inoltre i bombardamenti ai quali i giovani sono sottoposti finiscono per sottrarre energie e stressarli.
Un mezzo per aiutarli può venire anche dall'interpretazione del disegno e della scrittura. Questa rubrica è nata per dare un valido aiuto ai genitori per aiutarli nel loro difficile compito. Intelligenti e versatili, anche se apparentemente in ozio, i ragazzi segnalano nella loro scrittura e nel disegno chi sono e che cosa vogliono. Ci indicano anche le difficoltà della crescita attraverso gli impercettibili mutamenti della loro grafia. Lo sappiamo ormai tutti, i segni grafici di ogni individuo sono rappresentativi del suo peculiare modo di essere, del suo carattere, delle sue attitudini, in ultima analisi della sua personalità.
Già nella primissima infanzia, il bambino con i suoi scarabocchi, che peraltro solo lui sa decifrare (quattro puntini possono corrispondere all'intera famiglia e agli amici; uno sghiribizzo può rappresentare il peluche preferito o anche il gattino che il piccolo vorrebbe come compagno di giochi), ci parla di sé. Con i suoi scarabocchi, dicevamo, ci fa capire chi è e che cosa vuole e, a voler essere più precisi, come giudica noi adulti, genitori compresi. Ebbene sì, un tratto assai marcato, insistito fino a rompere il foglio, è segnale di aggressività e di intolleranza nei confronti di qualcuno che al bambino non aggrada. Così come il sole è segnale di gioia e il fumo di un camino è indicativo di un benessere affettivo in famiglia. Iniziano presto i nostri figli a raccontarci con la matita o il pennarello il loro mondo: appena possono tenerli in mano ci mandano a dire quel che pensano.
Quali sono i segni grafici più significativi? Sono tanti i segni grafici importanti in questa epoca di vita. Gli anni dai 10 ai 16 sono i più complessi da indagare sul piano psicologico e quindi anche sul piano grafologico. I ragazzi vivono una doppia realtà: da un lato sono bambini, dall'altro vogliono, anzi devono diventare grandi. Hanno dunque bisogno di tenerezza, di coccole, di contatti fisici rassicuranti, di dialoghi appassionati, anche se conflittuali, ma contemporaneamente esigono l'indipendenza, le chiavi di casa, l'autonomia finanziaria, pretendono addirittura di non avere controlli né sulle loro frequentazioni, né sull'orario di rientro. La scrittura di questi amatissimi, misteriosi e irraggiungibili ragazzi presenta delle caratteristiche particolari.
Esistono normalmente due tipi di scrittura nei giovani di oggi: quella veloce, nervosa, quasi illeggibile (guarda un esempio di scrittura nervosa) quella chiara, tondeggiante, adagiata sulle righe e abitualmente grande (guarda un esempio di scrittura tondeggiante).
La prima appartiene a ragazzi troppo occupati: scuola, ripetizioni, tennis, danza, judo, equitazione, nuoto; la seconda riguarda tutti quei ragazzi eternamente sdraiati sul divano a guardare la televisione, sbocconcellando merendine varie, patatine e sorseggiando coca cola. La loro "stanchezza" però non intacca l'intelligenza, né la capacità di affrontare la vita. Hanno ritmi lenti ma costanti. Stanno davanti alla televisione per ore e ore, ma tutto sommato sono bravi a scuola, s'impegnano negli hobbies che praticano, hanno una forte capacità di apprendere. Basta vederli al computer; sembrano tutti figli di Einstein.
Il ritmo incalzante di vita cui tutti siamo sottoposti, per loro è meno rischioso. Mentre gli altri, quelli eternamente indaffarati, quelli con la scrittura nervosa, dicevamo, sono sempre sotto stress. E' infatti in forte aumento il fenomeno della brutta scrittura che troppo spesso gli insegnanti definiscono "disgrafia". In effetti quest'ultimo è un vero e proprio disturbo neurologico che spesso è assente nei giovani che invece dimostrano un disagio emotivo che coinvolge anche il modo di scrivere.
La scrittura denuncia lo stress eccessivo, inteso come risposta generale del nostro organismo alle sollecitazioni esterne. I ragazzi si mostrano stressati quando scrivono in un modo disordinato, con scarsa pressione sul foglio, che denota poca energia. Le lettere sembrano stiracchiate e noi grafologi lo vediamo in particolare nella "m", nella "n" e nella "u". La scrittura più curata, più scorrevole, più fluida, in ultima analisi più leggibile, è significativa di una crescita armoniosa e di un atteggiamento disponibile, privo di timori verso il mondo esterno.
Non c'e una grande differenza nella scrittura tra ragazzo e ragazza. Nell'adolescenza le differenze sono inaspettatamente minime. La cura della forma e la rotondità del gesto scrittorio un tempo erano tipicamente femminili; la velocità ed il calibro piccolo maschili. Incredibile, oggi queste diversità sono quasi scomparse. Esistono segni grafologici maschili e femminili, ma in questa età dell'adolescenza possono appartenere indifferentemente all'uno o all'altra. Ciò non è legato a un'eventuale omosessualità, bensì ci indica le attitudini, le risorse di quell'individuo. Se un ragazzo ha segni femminili nella grafia, potrà intraprendere studi artistici o letterari. Mentre una ragazza con scrittura maschile potrà agevolmente diventare ingegnere, esperta di computer, pilota di aerei, agente di borsa.
Si può anche verificare lo sviluppo affettivo e sessuale di un adolescente attraverso la lettura della sua scrittura. Essa non ti dice se un ragazzo ha una sessualità prorompente o meno, non entra in questo merito. Ti racconta piuttosto che quel ragazzo o quella ragazza hanno disponibilità affettive ormai compiute, sono pronti ad amare. Hanno cioè la capacità di donarsi e quindi un giorno sapranno rendere felice la persona di cui si innamoreranno. La capacità di amare gli altri e non più solo se stesso è data dal giusto spazio tra una lettera e l'altra, dal legamento che viene messo tra le lettere, dalla pressione armonicamente distribuita sul foglio e dalla normale occupazione dei margini.
Ovvio, questa è solo una semplificazione; noi grafologi, al fine di dare un parere professionale, dobbiamo osservare l'insieme dello scritto. La scrittura è come un mosaico, come una costellazione di tanti elementi che presi da soli hanno un significato limitato. Osserviamo pertanto la pressione sul foglio, le asole delle lettere "f", "g" ed "l", cioè le parti allungate verso l'alto e verso il basso, teniamo d'occhio le aste e i trattini delle "t", guardiamo se ci sono i puntini sulle "i" e come sono, mettiamoci alla prova analizzando le lettere finali di ogni parola: se c'è il riccio verso l'alto o meno.
Gli adolescenti amano firmare qualunque pezzo di carta, ripetendo quasi ossessivamente il loro nome, senza aggiungere il cognome. Non si tratta di una vera e propria firma, che è invece un tipico atto dell'età matura. Il significato nell'adolescenza va ben al di là dell'interpretazione grafologica del segno. Loro, i nostri ragazzi, con questo gesto ci dicono perentoriamente: "Io esisto, sono qui, il mondo deve fare i conti anche con me.
Speriamo di essere riuscita ad insegnare qualcosa in più per
stare bene con i nostri ragazzi, per capirli, per accettarli. La grafologia è una scienza nuova, un mezzo che può sollecitare e arricchire il rapporto tra l'adulto e chi adulto ancora non è.Evi Crotti
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