Andrea Pierobon, classe 1969, lei è il più anziano giocatore tra serie A e B, e batte di due mesi un altro portiere, Antonioli. Ha forse scoperto lelisir della eterna giovinezza?
«Passione, una vita sana e regolata, una bella famiglia e la consapevolezza del proprio io, senza fare troppi voli pindarici: questa è la mia formula magica, e non mi arrabbio se mi danno del nonno o se mi trovo a giocare con ragazzini che hanno 17/18 anni e potrebbero essere figli miei».
Lei, nato a Cittadella, cresciuto nel Cittadella dalle giovanili alla C2, è sempre stato ai margini del grande calcio. Come vive ora questo momento di euforia per la posizione in classifica della sua squadra lanciata verso la serie A?
«Con i piedi per terra. Ho fatto tanta gavetta, ma ho lorgoglio di giocare per la città nella quale sono nato. Ho giocato anche con Giorgione, Massese, Treviso, in B con Andria e Venezia, otto anni a Ferrara con la Spal. Ma quando nel 2005 il presidente Angelo Gabrielli mi ha chiesto di tornare al Cittadella, non ci ho pensato su neanche un secondo. Ad Andria ero andato appena sposato nel 1994 e mia moglie Eleonora mi aveva seguito. Poi sono nati Lucrezia (13 anni) e Filippo (6) e ovunque mi spostavo, la famiglia era con me, questa è la mia forza».
Ma questo Cittadella è davvero una squadra miracolo?
«Non esageriamo, però il gruppo è fantastico, ragazzi con la voglia di fare, tutti amici con un obiettivo comune. E un grande allenatore come Claudio Foscarini che è qui da 5 anni e che non esiterei a definire il Mourinho della serie B perché ci ha fatto costantemente migliorare e vincere dalla C1 alla B, la salvezza tra i cadetti e ora... E poi la società è sana, il presidente Andrea Gabrielli, che ha preso il posto del padre defunto un anno fa, non fa il passo più lungo della gamba. A cominciare dagli stipendi perché, è doveroso dirlo, il Cittadella è una delle cinque società in regola con i pagamenti (le altre sono Sassuolo, Albinoleffe, Lecce e Modena, ndr)».
E ora cosa potrebbe succedere al Cittadella?
«Intanto ci siamo salvati a 8 giornate dal termine e questo è già un traguardo raggiunto. Mancano ancora 6 turni e tutto può accadere. E poi, lasciateci sognare, stiamo vivendo una favola come a suo tempo quella del Chievo. Perché non ripeterla e scrivere anche noi una pagina importante nella storia del calcio italiano?».
Ma quanto pensa di andare ancora avanti?
«Il fisico regge e ho sempre una gran voglia di giocare, Con questi traguardi davanti poi! Quando smetterò vorrei fare il preparatore dei portieri, nel Cittadella però. Qui sono le mie radici e qui voglio restare in futuro».
Che tipo di portiere è Pierobon?
«Penso di essere completo, anche perché ho avuto tanti esempi da imitare e dai quali ho imparato, dal mio idolo Zoff a Peruzzi, Marchegiani, Buffon e Julio Cesar».
Ma ci crede davvero alla serie A?
«Tutta Cittadella ci crede, la squadra e lintera città».
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