Se qualcuno si aspettava una riedizione di quello che è passato agli annali come «leditto bulgaro» sarà rimasto deluso. A Sofia, infatti, i toni di Silvio Berlusconi - portato sullargomento da una tv locale - sono decisamente diversi da quel 18 aprile del 2002 quando puntò il dito contro «luso criminoso» della tv pubblica da parte di Michele Santoro, Enzo Biagi e Daniele Luttazzi. Così, quando il giornalista bulgaro torna sulla querelle che imperversa ormai da mesi nei media italiani, il Cavaliere sceglie la linea morbida. «Io sono una persona forse troppo buona, sicuramente giusta. Mi piacerebbe - dice - che tutti lo riconoscessero». Una battuta, alla quale fa seguire un ragionamento già fatto altre volte: «Faccio di tutto per farmi amare, anche dai media. E se la critica resta nel confine della moderazione è utile perché si può usare per colmare le mancanze, ma se supera certi livelli e diventa calunnia non fa piacere ed è un boomerang per chi la fa. Se è eccessiva e calunniosa alla fine avvicina la gente a chi è calunniato». Non dice altro il Cavaliere, convinto che la sostanza stia ovviamente nel sottotesto visto che in diverse occasioni ha definito calunnioso latteggiamento di alcuni giornali nei suoi confronti, tanto da intentare una causa civile di risarcimento danni sia contro la Repubblica che contro lUnità.
E nella conferenza stampa congiunta con il premier bulgaro Boyko Borissov si parla molto di Italia. Al punto che citando gli ultimi sondaggi sul gradimento, il Cavaliere scherza con il suo ospite. «Io sono al 68,7%, ma mi sto preoccupando perché ho visto le rilevazioni qui in Bulgaria e Borissov mi fa concorrenza, visto che è intorno a queste cifre». Berlusconi parla anche dei rapporti interni alla maggioranza che definisce «ottimi» e «solidi», perché lalleanza è basata sulla «condivisione di valori, programmi e dalla preoccupazione per una opposizione come quella che ci troviamo in Italia». «Quindi - aggiunge - andiamo avanti con la realizzazione del programma con determinazione». E in questo senso, spiega, ci sarà «una riflessione» anche sul tema delle pensioni che non è però in agenda nellimmediato. A differenza del Ponte sullo Stretto e della Banca del Sud, «iniziative che vanno tutte nella direzione di una ripresa del nostro Mezzogiorno che è da sempre nella nostra preoccupazione» e che costituisce una «ripresa fondamentale per tutta leconomia italiana». Prima di passare ai temi della visita cè spazio anche per il Milan, anchesso tema caro alla stampa di Sofia. «Non abbiamo mai avuto intenzione di cedere la società che - dice il premier - non appartiene alla sfera economica di famiglia ma alla sfera degli affetti». E Beckham? «Speriamo che arrivi al più presto».
Si passa ai temi nellagenda del bilaterale a cui partecipa anche il ministro delle Politiche comunitarie Andrea Ronchi («promosso» per un lapsus del Cavaliere a «ministro degli Esteri»): la partecipazione di imprese italiane alla realizzazione del segmento bulgaro del gasdotto South Stream e dellimpianto nucleare di Belene. «Non è colpa nostra - risponde a chi obietta che il gasdotto potrebbe rappresentare un rafforzamento del legame con le forniture russe - se il gas esiste soprattutto in Siberia e quindi dalla Siberia arrivano primarie forniture per tutta lEuropa e lItalia». «Noi - aggiunge - abbiamo voluto aggiungere al gasdotto che arriva in Ucraina a nord, un gasdotto che passi a sud e non attraversi il territorio ucraino neppure nelle acque territoriali di modo che nulla possa interferire nella continuità della fornitura». Insomma, assicura a Borissov, «vi sta a cuore, come sta a cuore a noi». E, a dimostrazione dellimpegno italiano verso questa nuova infrastruttura, ricorda di essere intervenuto direttamente per sbloccare lavvio dei lavori favorendo così la firma dellaccordo recentemente siglato ad Ankara tra Turchia e Mosca. «È stato avviato - ribadisce - per la mia personale intermediazione tra Putin e Erdogan». Poi, per quanto riguarda lattraversamento del territorio bulgaro, il premier definisce positiva lintesa che prevede la «ripartizione dei costi al 50% tra Gazprom e una società statale bulgara». Ma con Sofia si potrà aprire una collaborazione anche su un altro fronte, visto che è in piedi «il progetto di unaltra pipeline che riguarda Italia, Grecia e Bulgaria che credo che possa essere interessante».
Poi, prima di congedarsi e ribadire il suo «sì» allingresso della Turchia in Europa, Berlusconi torna sulla «ferma intenzione» del Parlamento di «recuperare in fretta il tempo perso» sul fronte dellenergia nucleare. Un ritardo dovuto agli «ecologisti estremisti di sinistra» che ha costretto le famiglie italiane a sostenere costi energetici «maggiorati del 35% rispetto alla media europea».
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