Solo il 5 per cento delle strade in tutta Italia è intitolato a donne, e nel milanese questo dato precipita sotto il 3 per cento. «É un calcolo approssimativo - ha premette ieri il gruppo del Pd a Palazzo Isimbardi - ma è un numero che non rende certo giustizia al contributo femminile in Italia». Le donne Democratiche quindi lanciato le quote rose anche sulla toponomastica. Intitolare «vie, parchi, piazze delle nostre città alle donne che con il loro impegno nell’arte, nella cultura, nella scienza, nella politica hanno fatto la storia del nostro Paese». E denunciano che sugli altri segnali convenzionali «le cose non vanno meglio», le targhe stradali «sono la cartina di tornasole della misoginia ambientale: l’unico segnale stradale che contempla la presenza dei due sessi è quello che indica la presenza di scuole e che vede un bambino, davanti, che simbolicamente conduce per mano una bambina, tirandosela dietro. Per il resto le donne sono invisibili: non attraversano la strada, non vanno in bici, non passeggiano nelle aree pedonali».
Il Pd ha presentato quindi ieri un ordine del giorno con cui chiede l’impegno della Giunta, in vista dell’8 marzo, a farsi promotrice presso i Comuni affinché le prossime strade riportino nomi di donne. «É necessario - sostiene Arianna Cavicchioli, consigliera del Pd in Regione - creare un consenso diffuso sul territorio. Si potrebbero intitolare le vie di accesso per il sito espositivo di Expo alle donne.
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