In Italia 2,25 milioni di persone vivono con una diagnosi di tumore (4% dell'intera popolazione), per lo più donne e anziani. Quasi 1,3 milioni di italiani (2,2% della popolazione) sono lungosopravviventi, cioè con una diagnosi di tumore da più di 5 anni e spesso liberi da malattia e da trattamenti antitumorali.
Quasi 800mila persone sono vive a oltre 10 anni dalla diagnosi, un numero quasi raddoppiato rispetto al 1992, sia grazie all'aumento di nuovi casi ascrivibile all'invecchiamento della popolazione e all'aumento di incidenza per qualche tumore, sia grazie alla migliorata sopravvivenza dopo il tumore. Dei pazienti che vivono con tumore oggi in Italia, 95mila sono affetti da linfoma non Hodgkin, circa 55mila sono vivi dopo 5 anni dalla diagnosi e 12mila da oltre vent'anni e si possono considerare effettivamente guariti. Dei 42mila pazienti con linfoma di Hodgkin, ben 33.700 sono vivi dopo 5 anni dalla diagnosi di linfoma e si considerano guariti. L' organizzazione del follow-up dei pazienti oncologici in Italia ed in Europa segue una esperienza tradizionale oggi superata, perché i lungoviventi sono seguiti negli stessi ambulatori e day hospital dove sono stati trattati per la malattia e non ricevono le attenzioni necessarie in particolare sugli effetti secondari dei trattamenti.
Per questo dal giugno 2008, presso il dipartimento di oncologia medica dell'Istituto Tumori di Aviano, diretto dal professor Umberto Tirelli, è attiva la prima clinica in Italia rivolta ai pazienti oncologici lungoviventi, realizzata in collaborazione con l'Associazione italiana malati di cancro (Aimac).
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