Ora tocca alla piazza, all’associazionismo, ai circoli Arci, al volontariato «rosso», ai sindacati autonomi, ai centri sociali, a tutti coloro che per mesi hanno animato dibattito, smosso consensi - leggi voti - portato i milanesi alle urne, garantito il quorum sui referendum, insomma coloro che nel silenzio in questi mesi hanno portato Giuliano Pisapia sullo scranno più importante della città. Ma che ancora prima, durante l’«era Moratti» hanno lavorato giorno dopo giorno sullo scontento, animando la polemica e la voglia di cambiamento. Bene, ora queste realtà politiche «extraparlamentari» chiedono il conto al neo sindaco.
Il collettivo dei Corsari Milano, tra gli autonomi più attivi e violenti del panorama cittadino - quelli, per intenderci che sono andati a festeggiare sotto la casa del vicesindaco Riccardo de Corato il giorno dlele elezioni, lasciando insulti e minacce sui muri - e Zam, Zona Autonoma Milano, hanno organizzato per questa sera un incontro dal titolo piuttosto minaccioso: «Milano, e ora? Dopo la cacciata delle destre della paura e cemento cosa cambia a Milano? Il nuovo vento che ispira Milano cosa rappresenterà per i movimenti? La Milano dei conflitti e dei diritti che spazi saprà riconquistare?». Alla tavola rotonda sono stati invitati i rappresentanti della sinistra antagonista e fedelissimi del nuovo sindaco a partire da Paolo Limonta, coordinatore dei comitati Pisapia sindaco, considerato per tanti anni dalla Questura l’«interlocutore ideale» tra polizia e centri sociali, Mirko Mazzali, consigliere comunale indipendente SEL, Roberto Giudici della FIOM Milano, Luciano Mulhbauer, Comitato Pisapia Sindaco e ex consigliere regionale di Rifondazione, i rappresentanti dell’associazionismo, Ilaria Scovazzi, responsabile immigrazione per Arci Milano.
«Milano in queste elezioni - si legge nel volantino - intendendo anche il percorso che le ha precedute e che ha visto oggettivamente una partecipazione che da ere siderali non si vedeva in questa città ha, a nostro parere, espresso chiaramente un secco no a questa destra» Già in queste righe è condensato l’atteggiamento da «resa dei conti». «Messe al loro posto tutte le caselle le burocratiche, la formazione della giunta, del consiglio comunale, della squadra che aiuterà il sindaco - spiega Emanuele Patti, responsabile provinciale Arci - ora ci aspettiamo che il sindaco ascolti la base. Vogliamo ribadire la necessità, come ha detto Pisapia, che questa parte della città che ha contribuito alla straordinaria partecipazione, che ha garantito il quorum ai referendum, ora venga ascoltata».
«Ora si apre uno scenario in cui sarà più interessante vedere come si andrà a sostanziare e in quali direzioni soffierà il nuovo vento che spira a Milano - si legge ancora -. Pensiamo sia necessaria una rivoluzione copernicana per quanto riguarda le relazioni politiche e sociali in questa città. Al centro dovranno esserci i beni comuni: la socialità, la formazione, la dignità dell’abitare e del vivere».
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