Sorpresa, l’Union Valdôtaine vira a destra e appoggia il Pdl

Passaggio a Nord Ovest, con virata a destra. Dopo 60 anni con lo sguardo rivolto a sinistra, l’Union Valdôtaine cerca la sponda del Pdl per eleggere un valdostano a Strasburgo. Dopo mesi di discussioni sottotraccia, sono state tre ore di sofferto dibattito a decidere di proporre un «apparentamento» alle prossime Europee. L’ingresso in lista no, è parso troppo per il movimento autonomista che, nato nel 1945 con esplicito richiamo alla «lutte antifasciste», non ha mai dialogato col centrodestra, e non ha mai invitato An ai congressi. Proprio la presenza di An nel Pdl ha causato i più forti mal di pancia, con l’ex presidente della Regione Dino Vierin a segnalare che «il Pdl raggruppa più formazioni, tra cui An e Azione sociale, che ha come rappresentanti Alessandra Mussolini e Giancarlo Borluzzi», coordinatore regionale di As. «Siamo disponibili a sacrificare tutto per raggiungere l’obiettivo di un europarlamentare?» ha domandato Vierin. Con lui, critici anche il sindaco di Aosta, Guido Grimod, timoroso che «la svolta ci isoli dalla base di Uv», e l’ex governatore Luciano Caveri (nella foto), che pure ha votato a favore «per non provocare una rottura traumatica nel movimento». In realtà, i numeri descrivono una realtà diversa nel Conseil federal: la proposta del presidente Ego Perron infatti è passata con 90 voti favorevoli, 14 contrari, 6 astensioni. «In quest’assemblea ho sentito critiche ma non soluzioni - aveva tuonato davanti ai delegati Perron -. Non abbiamo mendicato nulla, né negato la nostra storia e i nostri principi». Nel 2004, Uv l’apparentamento lo aveva fatto con l’Ulivo.

Così, sarà forse come dice l’attuale governatore, Augusto Rollandin: «Se corriamo da soli non abbiamo possibilità. Per noi destra o sinistra sono la stessa cosa». Intanto però, il Pdl saluta con «soddisfazione» quella che considera una «rilevante discontinuità con il passato» e «un nuovo orientamento politico».

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