La sorpresa del manager Rcs «Non mi hanno detto niente»

Paolo Occhipinti, dirigente editoriale del gruppo, per 26 anni alla guida di «Oggi»: «Strano che dopo una spesa così rilevante le foto non siano pubblicate»

«Con franchezza? Come direttore editoriale di Rcs avrei dovuto essere informato dell’acquisto degli scatti di Silvio Sircana. Invece, non ne sapevo nulla. E questo non mi ha fatto proprio piacere». Paolo Occhipinti, direttore storico per 26 anni di Oggi fotografa l’umore che si respira in Rcs. Nero.
Insomma, nessuno l’aveva informata?
«Prendo solo atto che non mi hanno detto mai niente. Ma è una storia della quale non intendo parlare».
In genere, è mai possibile che un direttore spenda così tanti soldi, 100mila euro, per degli scatti senza nemmeno pubblicarli?
«In effetti non capita spesso che dopo una spesa importante non vengano pubblicate le foto».
Di fronte a questi importi viene avvertita l’azienda?
«Ripeto non conosco il caso specifico. Dico solo che se si avvisa l’editore dell’acquisto di fotografie significa che non si pubblica. Il direttore decide quando pubblicare se chiama i vertici...».
Le malelingue dicono che lei sapeva dell’acquisto delle foto e che avrebbe avuto un ruolo, come dire, di «regia»...
«Lasciamo pure le malelingue parlare. Non mi scompongo».
Se quando lei era direttore di «Oggi» si fosse presentato qualcuno con delle foto eclatanti dicendo «se le vuoi mi devi dare subito 100mila euro»...
«Se vuole subito i soldi devo avvisare l’editore. Ho un budget annuale ma non posso gestirlo come voglio...».
A quanto ammonta?
«Un settimanale popolare ha un costo da 300 a 800 euro a pagina. Ogni anno il direttore dispone di un budget di qualche milione di euro».
Le è mai capitato di visionare foto imbarazzanti di politici.
«Capita, anche foto spiritose come quella di Silvio Berlusconi che faceva footing alle Bermuda con i suoi collaboratori. Le racconto un aneddoto. Vent’anni fa, su sollecitazione del direttore generale dell’epoca Bruno Tassan Din, comprammo i diritti esteri della foto del Papa che nuotava in piscina. Ma per due anni la concorrenza, che aveva comprato i diritti in Italia, non pubblicò la foto. Uscirono solo quando cadde l’esclusiva.
Cosa intende dire...
«In alcuni casi le foto dei politici escono. In altri casi no. Insomma non c’è una regola, un metodo che viene applicato». Cioè?
«Ogni caso fa a sé. In situazioni come queste entrano in gioco inevitabilmente diversi rapporti... Nella vicenda degli scatti del Papa mentre tranquillo nuota in piscina ebbero peso i rapporti della Rizzoli con il Vaticano e la Democrazia Cristiana di allora».
Insomma, le situazioni magari si replicano. Ieri come oggi?
«Inutile insistere, non voglio fare paragoni».
È mai venuto a conoscenza di estorsioni, ricatti sugli scatti fotografici dei paparazzi?
«Mai saputo. Altrimenti sarei andato subito dalla polizia».
E dell’inchiesta su Vallettopoli che idea si è fatto?
«Non sono così sicuro che si siano superati i limiti del diritto penale. Che siano stati compiuti dei reati».


Difende Fabrizio Corona e Lele Mora?
«Dico solo che i reati non sono così certi».
Per l’accusa c’è una fila di parti lesi.
«I magistrati accerteranno la verità. Di sicuro leggendo l’ordinanza di custodia cautelare emerge un mondo in cui il buongusto non ha più alcuna cittadinanza».

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