da Cannes
Tutto come previsto dal Giornale fin dalla uscita del Caimano di Nanni Moretti nelle sale italiane, due settimane prima delle elezioni politiche: poiché Silvio Berlusconi non le ha vinte, Nanni Moretti non ha vinto il Festival di Cannes. Si sa: quando si sceglie un antagonista, ci si lega in qualche modo al suo destino. Inoltre levidente tendenza delle giurie dei grandi Festival - farsi contropotere mediatico rispetto al potere politico - ha ormai cause più serie da difendere che quella dei girotondini.
Monica Bellucci ha detto chiaro e tondo nella conferenza stampa di ieri sera quanto altro è implicito nel verdetto al quale ha partecipato, senza riuscire a esser determinante: «...E poi Moretti aveva già vinto la Palma doro nel 2001». Cioè una settimana dopo che Berlusconi era andato al governo...
A doversi lamentare del verdetto di ieri, ben più del Caimano, è Lamico di famiglia di Paolo Sorrentino, bistrattato ignobilmente anche da sicofanti italiani, perché il film si permette di rappresentare un personaggio che ne fa arricciare i nasini («Comè volgare! comè volgare!»). Sempre la Bellucci è stata chiara nel disappunto, visibilissimo per tutta la cerimonia di premiazione e per tutta la conferenza stampa seguente.
LItalia esce dunque senza nessun premio. Volevo solo vivere, il collage di Mimmo Calopresti, era fuori concorso. Nella Caméra dor, rassegna trasversale riservata alle opere prime, concorreva il corretto ma prevedibile Anche libero va bene di e con Kim Rossi Stuart; nel Certain regard concorreva Il regista di matrimoni di Marco Bellocchio. Non cè da recriminare per loro come per il film di Sorrentino. Si può invece rallegrarsi dellaccoglienza di critica e ancor più della nuova dimensione comico-parodica acquisita da un autore serioso come Bellocchio. E ciò è stato apprezzato.
Il solo a denunciare un declino è Moretti, ma nessuno sè permesso di stroncarlo, giustamente, perché Il caimano resta un bel film che ha avuto il difetto di scontrarsi con film bellissimi quando considerazioni politiche non ne dopavano più le prestazioni, quelle che avevano imposto il modesto La stanza del figlio.
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