Il sorriso è una specie di terapia

«Non so come si fa a non divertirsi. Sto per morire e mi diverto. E ho intenzione di continuare a divertirmi per ogni singolo giorno che mi resta. Perché non c’è altro modo di vivere». È una calda giornata dell’agosto scorso quando Randy Paush, docente di informatica a Pittsburgh, scopre di avere il cancro. Abbandona l’università e decide di dedicarsi interamente alla sua famiglia. Prima però tiene la sua Ultima lezione (Rizzoli, pagg. 233, euro 15, trad. L. Carozzo, F.S. Cappone e F. Coratelli). All’inizio, gli spettatori della lezione (che è possibile vedere su YouTube) sono poco più di 400. A fine anno, ad aver scaricato il video saranno in decine di migliaia. Una testimonianza intensa, diventata un cult negli Stati Uniti.
Una sorte simile tocca ad Andrea, un ragazzo italiano che ha la stessa vitalità, ma vent’anni in meno. La sua esperienza (a lieto fine) è raccontata in Cancro, non mi fai paura, un cofanetto con libro e dvd pubblicato da Aliberti (pagg. 176, euro 15,50).
Più sospesa e ancora più drammatica è la testimonianza di Corrado Santucci, ora descritta in A parte il cancro, tutto bene (Mondadori, pagg. 168, euro 15): «C’è un breve silenzio fra noi, il primario è consapevole dell’annuncio che mi ha dato. Sono stordito dalle ondate di uno choc emotivo totale. Un mieloma multiplo. Siamo a dicembre, arriverò fino a marzo? Riuscirò a sistemare le cose di famiglia in questi pochi mesi?...

Finisce così improvvisamente la vita, senza mai un avvertimento o un segnale di allarme? Finisce quando siamo così giovani?». Domande sospese e interrogativi irrisolti, ma anche la serenità olimpica di chi ha vissuto fianco a fianco con «l’ospite inatteso».

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