Soru presenta il conto, parte la rivolta dei turisti

I proprietari "non sardi" di seconde case ricevono gli avvisi di pagamento e scrivono al Giornale.it: "Faremo ricorso, comprare casa in Sardegna è ormai una colpa". Leggi le e-mail di protesta, scrivi al Giornale.it. Sondaggio: sei d'accordo? Vota

Soru presenta il conto, 
parte la rivolta dei turisti

Roma - Il turista che ha comperato un monolocale in Sardegna da 30 metri quadrati dovrà pagare 460 euro. La famigliola che alloggia nel bilocale quasi ottocento euro. E così a salire, fino ai villoni della Costa Smeralda. I turisti dei «sessantametri quadrati», e spesso anche di meno, stanno preparando la guerra delle cartelle esattoriali contro il governatore della Sardegna Renato Soru. Da alcuni giorni stanno infatti arrivando a chi possiede la seconda casa sull’isola lettere dell’agenzia delle entrate sarda con le spiegazioni di come effettuare il pagamento (leggi le e-mail dei "tartassati", scrivi al Giornale.it). Il balzello sul lusso è stato di nuovo inserito, come lo scorso anno, nella finanziaria sarda del 2007, in via di approvazione. Non è il primo e non sarà l’ultimo: sono infatti «tassati» in Sardegna gli yacht superiori ai 14 metri, i piccoli aerei e il soggiorno (almeno un euro a persona al giorno).
La tassa sulla seconda casa riguarda soltanto i non sardi, e anche questa viene considerata un’ingiustizia dai villeggianti.
Al Giornale stanno arrivando telefonate ed e-mail di disappunto già dalla fine di aprile. E questo lascia intuire quale protesta si scatenerà nelle prossime settimane da parte dei proprietari della seconda casa in Sardegna.
Sono state le recenti lettere, in cui viene indicata la scadenza di pagamento, a scatenare la rabbia dei turisti: «La Regione Sardegna - scrive un lettore - in questi giorni ha iniziato a inviare ai non sardi i moduli di pagamento. Ritengo che questa tassa sia discriminatoria e che mini alcuni diritti costituzionali. Mi ritrovo a dover pagare 1.080 euro per una casa di mia proprietà di 47 metri quadrati... ». C’è chi racconta degli sforzi economici per costruirsi la «casa in Sardegna»: «Caro governatore Soru - scrive Mauro, un altro lettore - ho acquistato nel 2004 una villetta a schiera di 80 metri quadrati a circa mille metri dal mare di Sulcis... ».
Si considerano «vittime di Soru». Adolfo Mauri, per esempio, parla di una «rapina» e di una tassa «iniqua e vessatoria»: «Vorrei sapere - scrive al Giornale - se contro tale tassa potrebbe essere fatto un ricorso e per tale motivo vorrei sapere se esiste già una organizzazione o associazione a cui possa aderire nel tentativo di sfuggire a questa rapina».
C’è chi scrive anche come denunciare la Regione e non pagare la tassa.

«È inopportuno - commenta l’ex governatore sardo, il deputato di Forza Italia Mauro Pili - che vengano inviate queste lettere dalla Regione quando c’è ancora un ricorso del governo pendente alla Corte costituzionale per incostituzionalità di questo provvedimento». Con questo sistema di tassazione, spiega Pili, «si spendono soldi e non c’è incasso, perché è stata costituita una struttura di riscossione del costo di 5 milioni di euro».

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