Sos coralli, scienziati italiani li salveranno

Riscaldamento delle temperature, maggiore inquinamento e acidità delle acque marine: sono questi i fattori che mettono in pericolo i coralli di Mar Mediterraneo e Mar Rosso, due aree nel mirino dei cambiamenti climatici. Ecco allora al via il progetto «CoralWarm» (www.coralwarm.eu) realizzato da una task force di scienziati, formata da ricercatori italiani e israeliani, che per cinque anni studierà alcune specie di coralli per riuscire a capire le loro possibilità di sopravvivenza nel corso del prossimo secolo e quindi la salute delle popolazioni presenti. Sarà un tuffo in un mondo per molti versi ancora sconosciuto, quello degli scienziati nelle scogliere coralline dei nostri mari, grazie a fondi europei.
«Il progetto ha vinto un finanziamento di 3,3 milioni di euro dal Consiglio europeo delle ricerche (Erc) - spiega Erik Caroselli, ricercatore dell’Università di Bologna - che è il più ampio mai aggiudicato per uno studio sui coralli e i cambiamenti climatici in Europa, di fronte a una concorrenza di oltre 1.500 candidature. Solo l’1% di queste proposte ha ricevuto i fondi». A guidare lo studio, che partirà ufficialmente da Tel Aviv il prossimo giugno, sono Giuseppe Falini, del dipartimento di Chimica e Stefano Goffredo del dipartimento di Biologia evoluzionistica sperimentale, entrambi dell’Università di Bologna.

Dal lato israeliano il capofila è invece Zvy Dubinsky, della Bar-Ilan University, con una partecipazione del laboratorio palestinese dell’Al Quds University di Gerusalemme est, che farà le analisi chimiche delle acque del Mar Rosso.
«Eseguiremo campionamenti partendo da Genova fino alle coste africane - racconta Caroselli - di sei specie in tutto. Tre saranno quelle prese in esame nel Mediterraneo».

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