Sos dei medici: «Deroghe per visite a domicilio»

Sos dei medici: «Deroghe per visite a domicilio»

L’area C è «una tassa sulla salute». È una denuncia pesante quella lanciata dall’Ordine dei medici contro il Comune di Milano. Dal 16 gennaio oltre tremila medici di base si troveranno a pagare 5 euro al giorno per raggiungere il loro studio in centro o, quel che è peggio, per le visite domiciliari a casa dei pazienti che non possono essere trasportati.
Il che significa mettere a rischio l’assistenza ai malati della zona a pagamento. Già, perché dovendo sostenere di tasca propria la spesa per l’ingresso entro i varchi, tanti medici cercheranno di centellinare le visite a casa dei loro pazienti. Ovviamente nei limiti del possibile. «Mi rendo conto che è difficile fare i distinguo su chi può entrare e chi no - spiega Ugo Garbarini, presidente uscente dell’ordine - ma noi effettuiamo un servizio di interesse pubblico». Garbarini, che ha appena passato il testimone della presidenza dei camici bianchi all’ex sindacalista Roberto Rossi, lascia sul tavolo un’eredità pesante: un carteggio al peperoncino con Palazzo Marino. La sua ultima lettera è datata 30 dicembre e si può dire che sia stata la sua ultima mossa in qualità di presidente della categoria. «Porre un onere a carico del medico, convenzionato o libero professionista - scrive - che si muove in soccorso dei cittadini malati che per motivi di salute non possono uscire di casa, significa in sostanza introdurre una tassa sulla salute».
Per questo i medici chiedono di organizzare al più presto un momento di incontro, un tavolo tecnico attorno a cui affrontare e risolvere il problema. Ma la loro richiesta non è di adesso, non si sono svegliati all’ultimo momento. No. La prima lettera per chiedere chiarimenti sulle esenzioni dell’Area C è datata 8 novembre. All’epoca dal Comune non era arrivata nessuna risposta. «Uno sgarbo istituzionale» commenta Garbarini. Solo il 27 dicembre Palazzo Marino si è degnato di rispondere. Un mese e mezzo dopo. Ma lo ha fatto solo con una lettera «copia incolla» che probabilmente ha spedito a tanti altri. La segreteria dell’assessorato di Pierfrancesco Maran si è limitata a mettere per iscritto l’elenco delle categorie esenti dal pagamento, specificando che «non rientrano nella suddetta fattispecie i medici che si recando abitualmente all’interno dell’Area C con veicolo privato». Quindi possono entrare in centro solo i veicoli di proprietà degli enti pubblici, come Asl e ospedali.

«Per ulteriori altre deroghe - conclude la lettera - al mondo della sanità sarà la direzione centrale salute a valutarne la portata e le modalità».
Nella teoria si lascia uno spiraglio di trattativa, ma di fatto nulla è cambiato e fra una settimana esatta i medici convenzionati in servizio dovranno pagare il ticket di Pisapia.

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