Londa lunga della crisi economica - specialmente per le pmi - e lattesa di un pil in debole crescita per i prossimi due anni potrebbe spingere le perdite su crediti delle banche italiane fino a quota a 59 miliardi. Lagenzia di rating Standard and Poors parte da queste considerazioni per tagliare il rating di Intesa Sanpaolo e di Mediobanca (Unicredit e Mps restano invece confermati) e lanciare un monito sulle perdite sui finanziamenti del settore creditizio al 2011, che rischiano di arrivare sui livelli record degli anni 90. A differenza di allora, però, grazie alladozione delleuro, ai bassi tassi di interesse e alla tenuta dellimmobiliare, il comparto bancario resta in grado di generare utili, ma a livelli inferiori rispetto a quelli pre-crisi.
Il responsabile del team analitico per le banche italiane di Standard & Poors, Renato Panichi, co-autore del rapporto, si attende «un ulteriore deterioramento della qualità degli asset delle banche nei prossimi due anni per effetto soprattutto di un elevato peggioramento del credito verso il mondo delle imprese». Tuttavia, «il sistema - ha rilevato Panichi - nel suo complesso resterà in utile, anche se prevediamo che ci sarà una sensibile riduzione della profittabilità». In materia di dividendi, invece, «non è possibile fare delle previsioni, visto che la politica di remunerazione degli azionisti a volte prescinde» dai risultati conseguiti. E così lagenzia ha tagliato i rating di Intesa Sanpaolo e Mediobanca («A+/A-1» da «AA-/A-1+») con prospettive stabili, mentre ha confermato il giudizio su Unicredit ad «A/A-1» con outlook stabile. La Ca de Sass e Piazzetta Cuccia, spiega Standard & Poors, «sono vulnerabili alle prospettive deboli economiche interne, che non supportano più i rating.
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