Treviso Due arresti e sedici denunce per spaccio di droga. Un buon colpo, visto che lindagine va avanti da un annetto e che la guardia di finanza di Treviso è arrivata a documentare e contabilizzare 8 chili e mezzo di hashish e oltre un etto e mezzo di cocaina. Non è però che i personaggi coinvolti si siano scomposti più di tanto: buoni avvocati, solite udienze, qualche giorno di galera e poi via a riprendere il lavoro. Per spaventare questi delinquenti, però, ci vuole ben altro. Tipo far loro pagare le tasse sui guadagni percepiti nellesercizio della professione di spacciatore.
Non è una battuta, è una possibilità espressamente prevista dai codici tributari alla voce «tassazione dei proventi illeciti». Sulla base dellindagine condotta dai finanzieri trevigiani è stato possibile ricostruire il conto economico della premiata ditta, che chiudevano con cospicui utili, ovviamente illeciti. Di qui il duplice binario: da una parte il procedimento penale, larresto, laccusa di spaccio di sostanze stupefacenti, la condanna a una pena detentiva; dallaltra la denuncia dei redditi. Nel caso degli spacciatori trevigiani, i finanzieri hanno calcolato che i ricavi ammontavano a circa 40 mila euro. È chiaro che quellimporto sarebbe passibile di sequestro, ma non essendoci i soldini, tanto vale mettere in piedi un procedimento che, almeno, assicuri alle casse dello stato limponibile evaso. E quando si mette in moto la macchina del fisco, non si scappa. Nel caso della «ditta» trevigiana specializzata in spaccio, il conto presentato dallerario sarà piuttosto salato.
Spacciatori tassati sulla vendita di coca
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