La crisi economica non risparmia le corride che, alla vigilia dellapertura della stagione in Spagna, rischiano di essere pesantemente ridimensionate e in parte soppresse per la defezione in massa del pubblico. Così, organizzatori e rappresentanti dei toreri tentano di correre ai ripari riducendo il numero dei combattimenti.
Il risultato è che dove non erano finora riuscite le proteste anti-taurine, possono i tempi di vacche magre, le cui avvisaglie si erano già manifestate nel 2008; quasi 300 corride in meno, secondo fonti del settore. E nel 2009 potrebbe andare peggio. Nella «fiesta» di Valencia, fra gli assenti eccellenti dai cartelloni figurano matadores come Morante, El Cid e Miguel Angel Perera; mentre la storica plaza di Siviglia non ospiterà il mitico José Tomas, Cayetano e lo stesso Perera; e nella plaza de La Magdalena di Castellon, mancheranno El Juli, Ponce e Castella.
Le assenze hanno una motivazione molto semplice: gli impresari dei toreri non riescono a ottenere garanzie sulleffettivo pagamento dei cachet richiesti. E in questo, assicurano gli addetti ai lavori, giocano un ruolo decisivo i ritiri di sponsor, ma soprattutto delle sovvenzioni da parte delle amministrazioni locali. I circa 200 toreri che si esibiscono in Spagna, fino a un anno fa venivano «assorbiti» nelle circa 1.000 corride previste ogni stagione. Questanno una buona fetta rimarrà disoccupata. I più penalizzati sono i «novilleros», gli aspiranti matador che devono affrontare almeno 25 giovani tori o vitelli per diventare toreri. Pablo Chopera, membro dellAssociazione nazionale di Organizzatori di spettacoli taurini, non nasconde la preoccupazione: «In questi momenti di recessione - osserva - spettacoli come le corride, in sé costosi, sicuramente saranno molto penalizzati». Secondo Chopera, la crisi non colpirà solo le arene di seconda categoria, ma anche la programmazione delle arene storiche. «Negli scorsi anni di bonaccia economica - spiega - anche le piazze di prima categoria, per soddisfare la richiesta del pubblico, hanno gonfiato molto lofferta e ora sono destinate a ridimensionarla». Solo le esibizioni ricche di tradizione, che hanno mantenuto costante nel tempo il numero di spettacoli offerti, subiranno meno gli effetti della crisi.
Per far fonte allincertezza, le associazioni del settore chiedono soluzioni come la riduzione dellIva (al 16/17%) o sovvenzioni come quelle esistenti per cinema, teatro o gli spettacoli sport.
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