Spagna, nuovo scontro: «L’Italia criminalizza gli immigrati»

Un altro ministro di Zapatero accusa il nostro governo di discriminazioni. Frattini: «Ora il premier metta un freno a dichiarazioni personali»

da Madrid

Il primo attacco verbale era stato classificato come un mezzo equivoco e archiviato in poche ore dalle diplomazie. Ma dopo la nuova frecciata scoccata ieri dalla Spagna dritta dritta verso l’Italia, la tensione torna a salire.
Ieri un ministro dell’esecutivo socialista spagnolo, Celestino Corbacho, ha accusato Roma di voler «criminalizzare» il fenomeno dell’immigrazione anziché «gestirlo». Per Corbacho, ministro del Lavoro e dell’Immigrazione spagnolo, il governo di Berlusconi vuole «criminalizzare quanti sono diversi mentre io mi assumo la responsabilità di gestire il fenomeno». La dichiarazione si somma a quella di tre giorni fa, quando il vice presidente e portavoce del governo Zapatero, Maria Teresa Fernandez del Vega, aveva scatenato una minicrisi tra Spagna e Italia sottolineando che la politica d’immigrazione in Italia poteva incitare al «razzismo e alla xenofobia». Zapatero aveva risolto questo «malinteso» spiegando che De la Vega faceva in realtà riferimento ai campi rom dati alle fiamme a Napoli e non alle scelte del governo.
Questa volta però non sarà così semplice smontare il caso e ridurlo a un incidente verbale o magari a una questione di traduzione. Stavolta, il ministro dell’Immigrazione spagnolo ha fatto riferimento diretto alle politiche del governo Berlusconi, aggiungendo che è necessario «rispettare i diritti umani» quando si lotta contro l’immigrazione clandestina. «Un immigrato illegale ha un solo destino, il ritorno nel suo Paese, ma per ottenere questo bisogna soddisfare tutte le condizioni di rispetto dei diritti umani», ha aggiunto. A rincarare la dose ci ha pensato poi un altro ministro spagnolo, quello delle Pari Opportunità, la giovane Bibiana Aidò Almagro. Sollecitata da un giornalista del País riguardo alla battuta di Berlusconi sul governo Zapatero «troppo rosa», ha replicato così: «Al premier italiano pagherei uno psichiatra, se non fosse che ci vorrebbero troppe sedute». Toni bollenti che Zapatero ha tentato di smorzare, dando mandato a Diego Lopez Garrido, segretario di Stato spagnolo agli Affari europei, di chiamare l’ambasciatore italiano a Madrid, Pasquale Terracciano, per specificare che con l’Italia «il governo spagnolo non ha alcun problema, non c’è nessun caso».
Ma come si spiega un attacco così frontale alle questioni interne di un altro Stato membro dell’Ue? Per molti osservatori, ergersi a paladino degli immigrati in casa d’altri è un tentativo di depistare le critiche interne rivolte da sinistra a Zapatero proprio per il pugno di ferro usato contro gli immigrati. Dall’Italia è arrivata la presa di posizione del ministro degli Esteri Frattini: «Zapatero ponga fine alle dichiarazioni personali dei suoi ministri».

Per il leghista Stiffoni «Corbacho guardi in casa sua. Li abbiamo visti in tv i fucili usati da loro contro gli immigrati dal Marocco. Noi almeno non attuiamo massacri». E Gasparri avverte: «Questo stillicidio di provocazioni deve cessare con urgenza».

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