«Comprano i migliori ma non nei ruoli che servono - ha detto del Real lex allenatore Manuel Pellegrini -. Gli acquisti rispondono solo a figure mediatiche per far crescere limmagine del Madrid nel mondo, sono i migliori chitarristi ma tutti insieme non fanno unorchestra». Dopo la sbornia mondiale, scrivono in Spagna, occorre fare i conti con un calcio vittima dei propri difetti e incatenato ai suoi atavici vizi, un calcio che spende più di quanto guadagna, oppresso da Real Madrid e Barcellona che si portano a casa il 50 per cento dei diritti televisivi, 180 milioni a testa. Gli altri club chiedono da anni una suddivisione più umana delle risorse, il Deportivo La Coruna non ha ottenuto la licenza per iscriversi alle competizioni Uefa, il piccolo Maiorca lha raggiunta grazie a un esborso personale del presidente Mateo Alemany.
A febbraio il Madrid aveva 563 milioni di debiti, il Barcellona 413, fra club di prima e seconda divisione, la Liga era in rosso di 3.526 milioni, con una decina di società in difficoltà a onorare gli stipendi e trovare gli sponsor, con esposizioni bancarie e ritardi perfino nel pagamento della Previdenza sociale. A maggio della scorsa stagione si erano registrate 233 denuncie per mancato incasso dello stipendio presentate da calciatori di 22 club. In quei giorni il Real stava concludendo lacquisto del secolo con lo United ma per arrivare a Cristiano Ronaldo fu necessaria un indebitamento di 70 milioni con il Banco di Santander. Adesso Josè Mourinho si presenta al campo con mezzora di anticipo, stringe la mano a custodi e giardinieri, ma ha preteso un budget di cento milioni: «Non saremo noi i campioni del mercato - ha fatto sapere - e non firmeremo contratti con i migliori giocatori del mondo». Ma non è cambiato nulla, presi Di Maria, Canales e Khedira, 60 milioni fumati in una settimana. Su Di Maria subito le perplessità del pentito Florentino Perez mentre Josè ha ammesso che sia stato pagato un po troppo. Le idee restano confuse, lofferta di 35 milioni per Maicon non è mai arrivata, riciclato Sergio Ramos a destra e ricerca di un centrale difensivo, offerti 20 milioni per Thiago Silva, immediato rimbalzo da parte di giocatore e del Milan. E allora ritorno su Maicon.
Su Cesc Fabregas la Spagna era entrata in fibrillazione, non andava giù a nessuno che un talento cresciuto nella cantera del Barça fosse emigrato in Premier. Perez ha tentato il colpo offrendo 50 milioni allArsenal, valeva molto portare a Madrid un ex della squadra più odiata. Poi il neo presidente del Barcellona Sandro Rosell ha pensato che Cesc in blaugrana sarebbe stata la miglior business card che potesse presentare ai tifosi. Subito si è sparsa la convinzione che laffare si sarebbe concretizzato, con Fabregas che invitava la nonna a liberargli lappartamento sulle ramblas. Ieri è arrivato lo stop definitivo di Arsene Wenger: «I 47 milioni del Barcellona? Non ci faremo condizionare da nessuna offerta, abbiamo lavorato duro per avere con noi questo giovane talento e ce lo vogliamo tenere». Le indebitatissime Real e Barça si stavano scannando a milionate per un giocatore che ha sempre dichiarato di non voler lasciare Londra. Poi le prime ammissioni. Sandro Rosell ha recentemente dichiarato di aver ereditato un club indebitatissimo scoprendo finalmente le sue carte: «Abbiamo gravi problemi di cassa, non abbiamo liquidità». Nuovo prestito bancario, con 35 milioni Zlatan Ibrahimovic viene scaricato al primo offerente, Yaya Tourè è già stato ceduto al City.
Real Sociedad, Español, Saragozza, Racing, Atletico Bilbao e Villareal non stanno meglio, lAtletico di Madrid a febbraio era il quarto club più indebitato dEuropa con 511 milioni di rosso, 502 per il Valencia. Solo un anno fa il suo vicepresidente, Miguel Zoria, pressato per i ritardi sul pagamento degli stipendi, aveva assicurato: «Pagheremo tutti e non venderemo Silva e Villa. Non lo abbiamo fatto quando cerano vere difficoltà economiche, non lo faremo ora che stiamo sistemando il bilancio». Villa è stato ceduto al Barcellona e Silva al City. Con 15 milioni lAtletico Madrid cede il miglior giocatore dellultimo mondiale, Diego Furlan. Adesso cè il Villareal con la corda al collo.
In realtà coprono un club in crisi che probabilmente dovrà cedere anche il talento brasiliano Nilmar, Diego Lopez e luruguaiano Godin, molto apprezzato da Amedeo Carboni consulente tecnico di Rafa Benitez.