Spagna Verso l’esproprio di tutte le case sul mare

Madrid Migliaia di spagnoli e stranieri in possesso di una casa a ridosso del mare stanno tremando. Dal 2004 infatti, l'esecutivo Zapatero ha deciso di accelerare l'applicazione di una legge - approvata nel 1988 dal socialista Gonzáles - che espropria le costruzioni comprese nel cosiddetto «dominio pubblico marittimo-terrestre» sancito dal ministero dell'Ambiente. Gli edifici che i tecnici considerano dentro quel territorio passano a essere proprietà dello Stato, che concede agli ex proprietari un permesso per usarli per 30 anni, rinnovabile per altri 30, ma che impedisce di vendere o modificare la proprietà. Dal ministero dell'Ambiente assicurano che hanno già compiuto rilevamenti sull'82% delle coste spagnole e che si vuole finire al più presto. Ma la legge non aiuta certo a stabilire quale casa finisca nella fascia di protezione, che nel testo si definisce come «il limite fino al quale arrivano le onde durante i maggiori temporali che si conoscano» o dove «si accumulano depositi di materiale», tra i quali si comprendono dune etc. La legge oltretutto è retroattiva e quindi colpirebbe anche gli edifici costruiti prima del 1988.

Insomma una vera rivoluzione che, secondo El País, avrebbe addirittura mobilitato le diplomazie di Inghilterra e Germania, preoccupate per le (ex) proprietà di migliaia di pensionati dei due Paesi che hanno investito tutti i loro averi per comprare una casa sulle rive del Mediterraneo.I due Paesi hanno infatti chiesto ufficialmente «chiarimenti» alle autorità di Madrid.

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