Non va oltre il pareggio la Roma nellOlimpico piemontese, che regala un pomeriggio di freddo agli spettatori dello stadio di Torino e di sofferenze alla banda-Spalletti, incapace di scavalcare la barriera innalzata da Walter Alfredo Novellino, allenatore sanguigno che chiude anzitempo la gara complice lespulsione decretata nei suoi confronti per proteste verso la terna arbitrale. Finisce 0-0, con qualche patema danimo di troppo e recriminazione finale per un calcio di rigore dubbio non assegnato dallarbitro Rocchi sul fallo patito da Mirko Vucinic quando questi era, pronto a calciare, a un metro dal portiere Sereni. E qui va subito detto che la mancata concessione del penalty ha scatenato le ire di qualche romanista, come nel caso di Simone Perrotta, che dopo il novantesimo ha tentato di venire a contatto con il direttore di gara per reclamare la sua rabbia. Secondo i giornalisti di Mediaset, che hanno documentato con le immagini in presa diretta il tentativo davvicinamento del centrocampista calabrese al fischietto, Perrotta è stato portato via dagli addetti alla sicurezza presenti, mentre si è notato che anche De Rossi urlava qualcosa verso gli antagonisti di turno e larbitro. Ma Luciano Spalletti, che ne sa una più del diavolo, ha glissato elegantemente sullargomento, sussurrando appena che «su certi episodi si può discutere». «Del resto - ha poi continuato il tecnico toscano - il fallo ci può stare, ma la vittoria non sarebbe stata giusta perché il Torino ha fatto molto bene». «E poi - ha aggiunto ulteriormente - per vincere i campionati ci vuole una maturità che va oltre il singolo episodio e il singolo calciatore».
Una frase che profuma maledettamente di critica nei confronti dei suoi uomini. Che evidentemente questa prerogativa ancora non lhanno acquisita. Il trainer di Certaldo, che ha comunque difeso il «Perrotta che schiumava rabbia» («i calciatori fanno fatica e sono dentro le situazioni concitate: a volte una reazione ci può stare e va accettata da chi guarda, perché bisogna valutare cosa è successo»), ha sportivamente applaudito i granata: «Abbiamo trovato un Torino molto aggressivo - ha ammesso - dal punto di vista caratteriale. Nel primo tempo sarebbero potuti passare in vantaggio più di una volta, ma lavremmo potuta vincere anche noi».
Inevitabili sono state poi le considerazioni sullassente di prestigio, Francesco Totti: «Francesco lo vorrei sempre a disposizione. È chiaro che i suoi numeri ti vengono a mancare se non vinci sempre». Chiusura di sipario su una battuta «da collega a collega» concessa nei confronti del neocommissario tecnico dellInghilterra Fabio Capello («Lui ha fatto bene, ha esperienza.
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