Cultura e Spettacoli

Lo spartito di Hierro mette in versi i grandi compositori

«Beethoven davanti al televisore ed altre poesie»: prima antologia in italiano

Il nome del poeta José Hierro, scomparso nel 2002, è assai noto in Spagna, mentre in Italia è ancora poco conosciuto. L’autore, Premio Cervantes 1998, si fa conoscere con Tierra sin nosotros (1947), una raccolta di liriche dove è presente il tema evocativo del tempo che fugge. Con il libro Con las piedras, con el viento (1950), Hierro riformula i motivi precedenti, affermando un’immagine composita del suo mondo poetico. Sono versi d’amore disposti in una circolarità di immagini che fluiscono di lirica in lirica, formando un organismo chiuso, compatto.
In realtà la poesia dell’autore, attenta alla misura del verso e del ritmo, si colloca in una posizione intermedia tra gli estremi della sfera intimistica e quella segnata dalla denuncia politica, aspirando alle ragioni concrete e naturali dell’uomo. Anche l’ultimo libro, Cuaderno de Nueva York (1998) - in cui è evidente il richiamo all’opera americana di Lorca -, premiato da uno straordinario successo di pubblico, apre un dialogo con la città simbolo della modernità, grazie a una scrittura agile ed essenziale che avvolge e salda i motivi scaturiti dal soggiorno americano in un unicum di grande suggestione e perfezione formale. Nella raccolta s’impongono i tempi e gli spazi della memoria, in cui compaiono i poeti e, soprattutto, i musicisti, che accompagnano il viaggio esistenziale del poeta.
Del resto l’amore di Hierro per la musica trova conferma nella recente raccolta antologica italiana, curata da Sebastiano Grasso (Beethoven davanti al televisore ed altre poesie, Edizioni Colophon, pagg. 109, euro 15, traduzione di Grasso e Maria Cristina Blais di Braganza), che riunisce le più importanti liriche dell’autore legate al tema musicale. L’opera di grandi maestri e compositori - Beethoven, Brahms, Schubert, ecc. - scandisce i momenti della vita del poeta finendo per ispirare molti dei suoi versi. Sebastiano Grasso ricostruisce con precisione il filo conduttore che alimenta l’amore di Hierro verso la musica, illustrando nella premessa i dati aneddotici che consacrano il connubio tra parola e musica, tra timbro verbale e suono.
In effetti la lettura dell’antologia consente di vedere da vicino il processo di sintesi e trasposizione dei materiali musicali realizzato dall’autore spagnolo nei confronti dell’attualità, da cui il titolo Beethoven davanti al televisore, tratto da una lirica del libro, che raccoglie e passa in rassegna 10 poesie dedicate alla musica e ai musicisti amati dal poeta. Nella silloge, ai nomi già citati, si aggiungono quelli di Pierluigi da Palestrina, Mozart, Bach e Verdi, di cui Hierro ascolta la Messa da requiem composta all’età di 70 anni, identificandosi nel compositore italiano, nella sua e nella propria morte. Il libro termina con il quintetto in do maggiore di Schubert, che viaggia su una nave-bara.

Il ritmo delle onde del mare è ora un «pizzicato-cupo», mentre il verso del poeta - annota Grasso - «si muta in una dolcissima, struggente e lunghissima nota di violino».

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