"Spazio e tempo: idee che possono cambiare" I neutrini più veloci della luce? Una rivoluzione

Se i dati saranno confermati, i neutrini più veloci della luce aprono le porte a una rivoluzione. Il filosofo della scienza, Giovanni Boniolo, spiega: "In prospettiva cambiano tutte le nostre certezze". E tra i "ragazzi di Ginevra" gli scienziati italiani fanno la parte del leone

"Spazio e tempo: idee che possono cambiare" 
I neutrini più veloci della luce? Una rivoluzione

I neutrini più veloci della luce, come nei fumetti. Annunciati come «la scoperta del secolo», i 300.006 chilometri al secondo (misurazioni del Cern) toccati dal fascio di neutrini lanciati tra Ginevra e il Gran Sasso mettono in discussione la teoria della relatività di Einstein che si basa sulla velocità della luce pari a 300mila chilometri al secondo. Aprendo scenari imprevedibili. Per la scienza, la fantascienza e chissà che altro. Che cosa potrà cambiare per la vita di tutti i giorni di noi uomini comuni? Per capirlo ci siamo rivolti a Giovanni Boniolo, docente di Filosofia della scienza alla facoltà di medicina della Statale di Milano.

Professore, se gli infinitamente piccoli neutrini battono allo sprint la luce possiamo stare ancora tranquilli?
«Come ha detto il fisico del Cern che ha guidato la ricerca, aspettiamo un attimo perché si tratta di toccare la teoria della relatività di Einstein, uno dei pilastri della fisica moderna. Prima di stracciarci le vesti, massima prudenza. Già alcuni anni fa si era parlato di una scoperta simile. Poi si è tirato il freno... ai neutrini. Se stavolta tutto venisse confermato, dovrebbero cambiare le nostre teorie sullo spazio e sul tempo. Dovremmo rivedere il principio di causalità secondo il quale l’effetto non può precedere la causa».

Però si parla di «scoperta del secolo».
«Tenedo conto che il secolo è appena iniziato e che finora non ci sono state scoperte sconvolgenti sarebbe un’espressione corretta. Qualcosa che non accadeva da molto tempo sia in ambito fisico che medico».

C’è chi paragona questa scoperta a quelle di Galileo.
«Si tratterebbe di una notizia incredibile e sorprendente perché cambierebbe qualcosa di assodato da oltre un secolo. Tuttavia, mentre il capire che la terra ruota intorno al sole e non il contrario ha cambiato la concezione della vita comune, per l’uomo di oggi cambierebbe quasi nulla perché si tratta di una scoperta molto sofisticata».

Nessuna rivoluzione per la vita quotidiana?
«Per l’uomo di oggi la relatività è importante perché gli consente il buon funzionamento del Gps. Il calcolo esatto della posizione di una persona o di un oggetto sulla terra viene effettuato grazie alla teoria della relatività. Anche in questo caso questa scoperta non comporterebbe cambiamenti».

Intravede altre applicazioni?
«Non avventuriamoci nella fantascienza. Aspettiamo ciò che dirà la scienza».

C’è chi ipotizza la possibilità di viaggi indietro nel tempo per la materia. Una cosa difficile anche solo da immaginare...
«Nessuno e niente viaggia indietro nel tempo. Ma ci sono determinate soluzioni di equazioni di teorie fisiche che matematicamente ammettono la possibilità che, andando avanti, si torni in un tempo precedente».

Questo potrebbe aiutare la prevenzione delle malattie?
«Assolutamente no. Queste teorie fisiche non riguardano oggetti macroscopici o di natura umana. Non si ritrova il proprio nonno. Non a caso si chiama proprio “il paradosso del nonno”».

Magari si potrebbe stanare la futura cellula tumorale.
«Ahimé, anche lei è troppo grande. Si tratta di soluzioni matematiche senza nessuna implicazione empirica favorevole. Non sconfiggeremo il cancro grazie a questa scoperta».

Si parla della possibilità di vedere un fenomeno prima del verificarsi delle sue cause.
«La violazione della velocità della luce teorizzata da Einstein comporterebbe la violazione del principio di causalità».

Il primo effetto forse è un aumentato senso d’incertezza dell’uomo?
«Si ha ancora di più la percezione che la scienza non è la verità, ma un’ipotesi su come funziona il mondo. Questa scoperta rappresenterebbe la prima violazione della teoria di Einstein finora empiricamente ben corroborata».

«Il secolo breve» ha aumentato il nostro senso di precarietà. Non si può contare sulle ideologie, sul capitalismo, la finanza eccetera. Ora anche le leggi della fisica vacillano?
«Questo è normale per la scienza. Mentre le ideologie avevano un’ambizione dogmatica, qualunque scienziato sa che lavora con ipotesi. Andiamo avanti con la felicità di sapere qualcosa di più del mondo».

Ma questa scoperta amplierebbe il potere della scienza o no?
«Uno scienziato sa che il potere della scienza sta proprio nella sua capacità di autocorreggersi. Non ci sono dogmi all’interno della scienza. Se avessimo una teoria vera sul funzionamento del mondo saremmo Dio. Ma nessuno di noi lo è».

Perciò Dio rimane sempre al suo posto.
«Dio non ha nessuna relazione con la scienza.

Che è una realtà umana che non ha nulla a che fare con la descrizione di cause trascendenti».

Dal punto di vista filosofico che cosa cambia?
«Questo risultato è interessante perché ci fa capire che forse dobbiamo osservare il mondo con maggiore attenzione».

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