Così le Compagnie scontano gli effetti della crisi
Tante sfide e una situazione di mercato finanziario difficile sono stati i due fattori che hanno fatto cambiare il modo di fare assicurazioni vita sul mercato Italiano nel 2008. Ecco come si sono mosse le assicurazioni.
Nel numero di novembre, come di consueto, il Giornale delle Assicurazioni pubblica la prima parte delle tradizionali graduatorie del settore assicurativo, che mettono in fila le compagnie per i risultati ottenuti nei rami vita e danni.
Le graduatorie saranno pubblicate in tre diverse puntate: la prima riguarda il ramo vita; la seconda, prevista per il numero di dicembre, sarà relativa ai rami danni; la terza, inserita nel Giornale delle Assicurazioni del prossimo gennaio, si occuperà dei rami, dal credito e cauzioni alla tutela legale.
L’ultimo trimestre dello scorso anno ha infatti penalizzato pesantemente il settore: operatori importanti del mercato, fra cui Cnp Unicredit vita, Ina Assitalia, Eurizon vita, Popolare vita, Ugf assicurazioni, Zurich investments life, hanno chiuso l’esercizio con una perdita significativa di bilancio.
Particolarmente colpito il ramo vita, un business che negli ultimi 20 anni aveva dato grande soddisfazione e risultati consistenti alle compagnie, e che si è improvvisamente trasformato nell’«anello debole» dell’industria assicurativa. Il volume dei premi incassati ha subito un calo, pari mediamente a poco meno del 10% sul 2007, e la nuova produzione si è ridotta di circa il 18%. Tuttavia, lo scenario di fine 2008 non è stato uniforme: se si guarda ai risultati delle circa 80 compagnie monitorate emergono andamenti di sviluppo, di redditività e di efficienza abbastanza diversificati.
DUE TENDENZE Per segmentare gli operatori, e interpretare al meglio gli indicatori di bilancio che sono emersi, è quindi necessario esaminare il mix di portafoglio e le varie strategie di crescita seguite dalle compagnie nel 2008. Secondo questa analisi, a far emergere più difficoltà sono state sicuramente le compagnie di assicurazione con una forte esposizione sulle polizze index linked. Per esempio, Intesa vita ha visto il proprio business index linked crollare nel corso del 2008: i premi incassati sono stati appena di 85 milioni, contro gli 1,1 miliardi del 2007. Stesso discorso vale per Cnp Unicredit vita, la cui produzione index 2008 non ha superato i 122 milioni, 1,6 miliardi del 2007.
Il crollo verticale dei prodotti finanziarizzati ha causato una conseguenza piuttosto prevedibile: dopo il fallimento Lehman Brothers, gran parte degli assicuratori ha dovuto sospendere le vendite dei prodotti index linked, lasciando la distribuzione bancaria senza valide alternative per il cliente. Alcune banche, infatti, si sono trovate a gestire il gap lasciato da questi prodotti; in alcuni casi sono dovute stare «ferme» nella produzione, almeno fino alla tarda primavera 2009, perché non sapevano che altro vendere di attraente per il cliente. Il motivo è semplice: alcune di queste banche non disponevano di buoni prodotti a gestione separata.
Non è un caso che nell’ultima parte del 2008 (e ancora nei primi mesi del 2009) siano stati effettuati restyling di prodotti o lanciate nuove offerte sia con provvista di attivi, sia del tipo tradizionale. Una scelta, questa, su cui si è puntato soprattutto per raccogliere la clientela lasciata «a piedi» dalle polizze index linked. Le motivazioni di vendita erano basate soprattutto sulla garanzia prestata dalla compagnia e sui costi limitati di ingresso e di gestione.
Le compagnie che, invece, si sono affacciate al 2008 con un business mix maggiormente orientato sui prodotti tradizionali, come Alleanza, Allianz, Aviva e Reale Mutua, non hanno registrato importanti cali di produzione, né perdite di bilancio.
MENO RISCATTI La capacità di ritenzione del business da parte degli assicuratori vita sembra essere stata migliore rispetto al 2007. I riscatti anticipati sono diminuiti (a livello di panel monitorato) mediamente di circa il 10%. Ciò è dovuto principalmente all’andamento incerto dei mercati finanziari, ma anche alla mancanza di politiche aggressive da parte di alcuni operatori, incapaci di far spostare la clientela da un prodotto all’altro di risparmio gestito. Nel 2008 alcune compagnie, come per esempio Axa-Mps vita, hanno attuato strategie che avevano proprio l’obiettivo di minimizzare i riscatti da parte della clientela, definendo una nuova asset allocation. Con uno scopo ben preciso: elevare i rendimenti delle gestioni separate. Alcune imprese assicurative, lo scorso anno, hanno sofferto però di importanti riscatti nel ramo V: molti investitori corporate hanno chiesto di liquidare i loro contratti a fronte di un contesto di difficoltà di accesso al credito. In ogni caso, dal 2008, la maggior parte delle compagnie si è attrezzata per monitorare eventuali perdite dovute alla vendita di somme consistenti di attivi, causata da un flusso rilevante di riscatti da parte della clientela. Lo stress test richiesto dall’Isvap rappresenta, per esempio, un buono strumento di ulteriore controllo.
REDDITIVITÀ Anche la situazione della redditività ha presentato un quadro preoccupante. Solo 21 compagnie su 82 monitorate nel panel ha chiuso il bilancio in utile. Le spese di gestione del panel, è vero, sono in diminuzione mediamente di circa il 10,5% sul 2007. Ma ciò non fa sorridere le compagnie; nella maggior parte dei casi, il fenomeno è dovuto a un minore impatto dei costi provvigionali conseguente alla flessione della raccolta.
Il problema più importante delle strategie 2009 elaborate dalle aziende assicurative è stato, dunque, di sostenere la redditività. E, a tal proposito, le imprese di assicurazione sono state costrette ad applicare una cura-shock, secondo il principio delle «cinque r» (rescue, recovery, rebalancing, regulation e reform, vale a dire salvataggio, ripresa, riequilibrio, regolamentazione e riforme). A cambiare in modo radicale è stato, prima di tutto, il mix di prodotti in portafoglio: da un lato, le polizze unit e index linked sono state travolte dai riscatti e dai successivi stop alla sottoscrizione, che hanno praticamente cancellato questi prodotti; dall’altro, le offerte tradizionali (polizze ramo I) sono prepotentemente tornate alla ribalta.
MANOVRE CORRETTIVE Come si è detto, le compagnie hanno cambiato radicalmente la loro offerta vita, tornando ai prodotti tradizionali. Ma a essere rivoluzionato non è stato soltanto il mix di portafoglio. Le aziende assicurative, infatti, hanno scelto di mutare anche l’approccio nei confronti del mercato, degli intermediari e della clientela.
Prima area importante su cui le compagnie vita hanno iniziato a investire pesantemente dal 2008 è stato il risk management. Generali, per esempio, ha affinato i propri modelli interni di misurazione dei rischi con particolare riferimento al calcolo del risk capital. Inoltre ha messo a punto una politica di ridefinizione delle garanzie, con l’obiettivo di diminuirne il costo e il rischio.
Il gruppo Ugf ha invece istituito specifici comitati rischi di gruppo, come per esempio il coordinamento gestione operativa dell’Alm, uno degli strumenti di governance dei rischi. Allo stesso tempo, nel 2008, ha lanciato un progetto che consente di valutare l’assorbimento di capitale corrente e prospettico, il market consistent embedded value e il value in force.
Oltre a evidenziare i rischi, il settore ha dovuto affrontare anche un’altra sfida, ancora più ardua. E cioè quella di difendere la propria credibilità comunicando al mercato, ai distributori e ai clienti un nuovo modo di operare, basato su disciplina, prudenza e su una politica sostenibile di gestione del rischio e degli investimenti. In molti casi (come è successo in Assimoco e nel gruppo Ugf), le compagnie hanno rinforzato questa strategia elaborando codici etici. L’ex Unipol, in particolare, ha introdotto la «carta dei valori» di gruppo, coinvolgendo anche rappresentanze dei propri agenti.
Anche altre compagnie hanno puntato su azioni importanti per dimostrare al mercato (e soprattutto ai consumatori) la serietà del loro modo di lavorare. Poste vita, per esempio, ha siglato nei primi mesi del 2009 un accordo con le associazioni dei consumatori, per offrire un’ulteriore tutela dei sottoscrittori di polizze index linked. Mentre dalla fine del 2008 Fondiaria Sai ha attivato sul proprio sito internet il servizio Estratto conto on-line Vita, per consentire ai clienti di ricevere informazioni, aggiornate su base mensile, sui contratti da loro sottoscritti.
Il 2008 è stato, dunque, un anno fondamentale per organizzare la crescita sostenibile delle aziende assicurative nel tempo: da un anno a questa parte, le assicurazioni hanno fatto molto per migliorare il proprio modo di lavorare soprattutto nei confronti del mercato e dei consumatori.
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