Salute

Una speranza per la Sla: un enzima la rallenta

Uno studio scientifico rileva che un enzima, normalmente usato contro la setticemia, rallenta la progressione della sclerosi laterale amiotrofica, famosa perché ha colpito diversi giocatori di calcio. Ai topi cui è stato somministrato vita allungata del 25%

Una speranza per la Sla: 
un enzima la rallenta

Washington - Un enzima e si riaccende la speranza. E' simile a quello utilizzato per curare gravi setticemie. La scoperta: ha rallentato nei topi la progressione della malattia di Charcot (Sclerosi laterale amiotrofica, o Sla, nota anche come morbo di Lou Gehrig), secondo uno studio pubblicato negli Stati Uniti dalla rivista on-line Journal of Clinical Investigation. La malattia è quella che ha colpito il politico Luca Coscioni (morto nel 2006) e molti calciatori. L'ultimo è Stefano Borgonovo, da mesi impegnato con i suoi ex colleghi per la raccolta di fondi per la ricerca. Non sono ancora stati provati nessi causa-effetto tra il calcio e il morbo. Ma la scienza potrebbe far registrare passi avanti molto importanti. 

Allunga la vita L’enzima chiamato "proteina C attivata" o drotrecogina ha permesso di rallentare la morte delle cellule nervose su topi ai quali era stata inoculata l’equivalente di una forma particolarmente aggressiva della malattia di Charcot, permettendo di allungare la loro vita di circa il 25%, secondo quanto riferiscono gli autori di questa ricerca potenzialmente promettente.

Peggioramento rallentato La drotrecogina ha anche prolungato il tempo durante il quale i topi erano capaci di vivere normalmente, malgrado il fatto che mostrassero sintomi della malattia incurabile e fatale. La sostanza ha inoltre rallentato il ritmo di peggioramento dei muscoli delle persone colpite da Sla, chiamata anche malattia di Lou Gehrig dal nome del celebre giocatore di baseball che ne è morto nel 1941.

Strada ancora lunga Benché i ricercatori stimino che altre ricerche dovranno essere compiute prima che questo enzima possa essere provato sulle persone che soffrono della malattia, si sono detti incoraggiati dal fatto che una sostanza promettente sia già usata senza problemi sull’uomo per curare la setticemia.

Gli scienziati La speranza dei ricercatori è di poter procedere a esami clinici sull’uomo entro cinque anni.

"Il successo di questa ricerca è molto gratificante e noi abbiamo buona speranza che una forma di drotrecogina si avvererà essere una cura utile contro questa malattia" ha detto il dottor Berislav Zlokovic, della facoltà di medicina dell’università di Rochester (New York), uno dei coautori della ricerca. 

Commenti