«Ma la spesa pubblica va tagliata col machete»

nostro inviato a Parma

Il ministro dell’Agricoltura Saverio Romano, nella terra dei prosciutti per far conoscere all’omologo cinese Han Changfu e al commissario europeo Dacian Ciolos le nostre eccellenze alimentari, fa a fette anche la prudenza: «Martedì lo dirò a Tremonti: avanti col machete su spesa pubblica e sprechi».
Già sentita, ministro. Poi la casta non si castra mai.
«Non si tratta di castrazione ma di capire che la politica non può asserragliarsi nel palazzo».
Da quando si inizia?
«Da subito: livelliamo i nostri stipendi a quelli europei».
Si dirà: bruscolini.
«Condivido. Infatti si deve usare la mannaia anche nei confronti di quei santuari del parastato».
Sia più preciso.
«Tocchiamo tutti gli enti controllati dallo Stato: Eni, Enel, Authority, corte dei Conti, corte di Cassazione, Csm. Per non parlare di certi stipendi dei vertici Rai».
Privilegi dappertutto?
«Dico soltanto che di sprechi ce ne sono a iosa. Per esempio partiti politici che non esistono più ma continuino a ricevere contributi pubblici. E non solo...».
A che pensa?
«È sufficiente che un movimento pseudo politico abbia una pubblicazione seppur minuscola per prendere soldi dallo Stato. Non ce lo possiamo più permettere».
Sul taglio ai vitalizi dei politici si mormora già di alcuni mal di pancia da parte di qualche “responsabile”. Dicono: perché noi che siamo i più poveri?
«Non mi piace la logica della contrapposizione su chi deve far più sacrifici. Facciamoli tutti, punto e basta».
Più rigore per tutti, quindi?
«Solo così si possono fare battaglie senza essere considerati sostenitori della spesa. Ricchezza e diritti vanno redistribuiti».
Facile a dirsi ma a farsi?
«Invece si può. Ci sono troppi squilibri: a fronte di giovani preparati ma sottutilizzati o sottopagati, ci sono altri soggetti andati in pensione in età ancora lavorativa, con somme ingiustificate».
Ma sono diritti acquisiti. E con questo fardello è possibile fare una riforma fiscale dai costi elevatissimi?
«Si può fare a costo zero. Si abbia il coraggio di far gravare sui redditi più elevati il carico maggiore, compensando l’alleggerimento fiscale alle piccole e medie imprese, spina dorsale dell’economia».
Questa settimana sarà decisiva per la manovra. Condivide le critiche di Crosetto?
«Più che attaccare Tremonti, suggerirei un invito alla maggiore collegialità».
Di solito decide tutto il ministro dell’Economia?
«Non vorrei che giovedì mi ritrovassi un documento da votare nel giro di un’ora. Prima del merito è anche una questione di metodo».
E se sarà così?
«Non credo.

Ho apprezzato che martedì Berlusconi incontrerà tutte e tre le componenti della maggioranza».
Il premier ha lanciato un appello: riforme con l’opposizione. Si può?
«Dal Pd mi aspettavo più collaborazione. E invece è arrivata solo la disponibilità di Di Pietro. Ma va bene così».

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