"Sorrow and Joy", Malmros, un inno al perdono

Sorrow and Joy (Gioia e dolore) del danese Nils Malmros, in concorso al Festival di Roma, ha una grande ambizione: fare di un film che parla di un infanticidio un grande messaggio di speranza

Sorrow and Joy (Gioia e dolore) del danese Nils Malmros, in concorso al Festival di Roma, ha una grande ambizione: fare di un film che parla di un infanticidio un grande messaggio di speranza.

Malmros (1944) è considerato in patria un autore di culto. Ha all'attivo una dozzina di film attraverso i quali ha raccontato con delicatezza e rigore il passaggio dall'infanzia all'adolescenza. E sempre con attori non professionisti. Nell'84, all'apice della sua carriera, la moglie uccide in un momento di confusione mentale la figlia di nove mesi. Da quel momento il regista si dedica ad aiutare la moglie a superare il trauma e a favorirne il reinserimento sociale. A distanza di trent'anni Malmors porta sul grande schermo quell'esperienza.

Gettando il cuore oltre l'ostacolo, l'anno scorso Malmros (che come principale attività da tempo esercita la professione di medico) ha voluto tornare dietro la macchina da presa per raccontare quella dolorosa pagina della sua vita.

Il film ripercorre, dalla prospettiva del giovane regista, i momenti salienti che hanno portato a quella catastrofe: la progressiva caduta della moglie nella depressione e la miopia del giovane

Malmros di fronte ai tanti segnali di pericolo. Sorrow and Joy finisce per essere un atto di accusa per quella stessa miopia condizionata dalle ambizioni professionali, ma anche un delicato inno alla speranza e al perdono.

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