Sanremo 2020

Il lungo post di Achille Lauro "Voglio contagio dalla femminilità"

In un lungo post sul suo Instagram, Achille Lauro, dà una spiegazione alla sua creatività e a quella che viene definita provocazione, lanciando anche un forte messaggio contro la violenza sulle donne, ma anche contro l'omofobia

Il lungo post di Achille Lauro "Voglio contagio dalla femminilità"

Che piaccia o meno, in questo Festival tutto al femminile, come voleva Amadeus, c’è qualcuno o qualcuna che tiene banco sia dentro che fuori il palcoscenico dell’Ariston. Usare il maschile e femminile, per parlare di Achille Lauro, è forse proseguire un discorso che lui stesso sta portando avanti al Festival, ma anche da molto prima, e che le sta dando ragione visto che è uno degli artisti di cui più si parla in questo momento. Sulla sua pagina Instagram sono comparse 4 carte di tarocchi, due sono già state svelate, e riguardano i look che Lauro, ha portato in scena.

Un San Francesco rivisitato per la prima serata e uno Ziggy Stardust, alter ego di David Bowie per la seconda, e poi due carte ancora da svelare, una con due maschere, e una con una corona. Figure mistiche seppur nella loro sostanziale differenza, che spaziano nei mille volti di questo artista poliedrico che confonde le idee e suscita amore spassionato e odio violento ma che in entrambi i casi non cade nell’indifferenza.

Dopo aver cantato ieri sera (e a questo punto davvero non a caso) “Gli uomini non cambiano” di Mia Martini insieme ad Annalisa, ha scritto un lunghissimo post sulla sessualità che poi a ben guardare è un manifesto contro la violenza sulle donne ma anche contro l'omofobia, non solo quella fisica, ma soprattutto quella verbale dell’ignoranza di un certo genere maschile.

“Cinquantenni disgustosi, maschi omofobi. Ho avuto a che fare per anni con ‘sta gente volgare per via dei miei giri. Sono cresciuto con ‘sto schifo. L’aria densa di finto testosterone, il linguaggio tribale costruito, anaffettivo nei confronti del femminile e in generale l’immagine di donna oggetto con cui sono cresciuto.Sono allergico ai modi maschili, ignoranti con cui sono cresciuto. Allora indossare capi di abbigliamento femminili, oltre che il trucco, la confusione di generi è il mio modo di dissentire e ribadire il mio anarchismo, di rifiutare le convenzioni da cui poi si genera discriminazione e violenza.

Sono fatto così mi metto quel che voglio e mi piace: la pelliccia, la pochette, gli occhiali glitterati sono da femmina? Allora sono una femmina. Tutto qui? Io voglio essere mortalmente contagiato dalla femminilità, che per me significa delicatezza, eleganza, candore. Ogni tanto qualcuno mi dice: ma che ti è successo? Io rispondo: “Sono diventato una signorina”. Lauro

Un andare controcorrente con una sua logica ben precisa che strizza l’occhio al successo ma anche ad una battaglia, che partendo dal personale arriva poi a toccare derive di accettazione e grida forte contro la violenza di genere con un carattere deciso. Un po’ quasi a nutrirsi delle critiche che le vengono fatte e a giocare a sfidarle provocando.

E così stasera ci sarà un nuovo look, un nuovo modo di essere che lo ha portato in un solo anno dal salire con mille critiche sul palco dell’Ariston, all’avere le porte spalancate dello stesso. Così come dal passare da un’abbigliamento fatto forse di pezzi da mercatino assemblati con grande creatività a muovere le mani di Alessandro Michele, che dopo Jared Leto, Harry Style e Billie Elish ora ha creato anche per lui e per lui ha anche fatto un post sul suo Instagram.

Ma tornando ai messaggi, non ha caso cantando la canzone di Mia Martini Achille Laura non ha modificato il testo e ha iniziato dicendo: "Sono stato anche io bambina".

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