Alessandra Pierelli fa vivere «il respiro» del mondo

Angelo Crespi

Poiché nella modernità l'opera d'arte è meccanicamente replicabile, non basta il virtuosismo e la bellezza per decretarne l'esistenza, bensì è imprescindibile la quantità di aura che l'artista riesce a trasferire in essa. E l'aura è l'alone, dal punto di vista etimologico è il soffio vitale che spira da una cosa. È dunque una «coincidenza significativa» che un artista come Alessandra Pierelli abbia lavorato sul materiale The Breath, la cui ragion d'essere non è solo nominale, «il respiro», bensì tecnologica: un tessuto innovativo, brevettato da Anemotech, frutto della più avanzata ricerca sulle nanotecnologie, in grado di trattenere e disgregare le particelle nocive presenti nell'aria che può essere utilizzato per combattere l'inquinamento atmosferico all'interno di una casa o nel più ampio spazio di una città.

Alessandra Pierelli, nella duplice movenza, quasi di danza, di respirare e insufflare lo spirito divino trasformando un semplice oggetto in opera d'arte, ci regala, utilizzando The Breath, una serie di lavori che spaziano lungo tutta la sua carriera. Un corpo a corpo tra creatività e l'innovazione tecnologica il cui risultato si sublima in uno stupendo monocromo blu klein riattualizzato alla luce di un materiale che respira.

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