All'«Hotel Gagarin» si può riscoprire la felicità

Maria Lucia Tangorra

Qual è il nostro posto nel mondo? È un interrogativo che emergerà con forza nei protagonisti di Hotel Gagarin, opera prima di Simone Spada. Cinque italiani, apparentemente lontani l'uno dall'altro, sono accomunati dalla ricerca di un'occasione per svoltare o quantomeno sopravvivere. Nessuno di loro ha mai girato un film, giusto Nicola (Giuseppe Battiston) aspirerebbe a farlo, gli altri sono stati assoldati anche per strada (vedi Patrizia/Silvia D'Amico) per un piano architettato ad hoc. Non appena la troupe arriva in Armenia scoppia una guerra e il sedicente produttore (Tommaso Ragno) sparisce con i soldi. Abbandonati all'Hotel Gagarin, isolato nei boschi e circondato dalla neve, quando meno se l'aspettano arriva una bella occasione per riscoprire la bellezza della vita attraverso la magia del cinema e la semplicità della gente locale. «Se vuoi essere felice, comincia» diceva Tolstoj e questo esordio ce lo ricorda.

Con delicatezza riesce a rilanciare domande esistenziali, mentre divertendo e strappando teneri sorrisi fa riassaporare quanto sia vitale non abbandonare i propri sogni. Nel cast Claudio Amendola, Luca Argentero, Barbora Bobulova (nella foto) e Caterina Shulha. In sala.

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