Il libro di poesie The Hill We Climb di Amanda Gorman è arrivato in Italia. Lei è la ragazza di 23 anni, di colore, che ha salutato l'insediamento del presidente degli Stati Uniti Joe Biden il 20 gennaio scorso. E il libro raccoglie il poemetto recitato in diretta planetaria quel giorno. Preceduto da una lunga e a volte stucchevole polemica su chi ha il diritto (e chi no), e perché, di tradurre le poesie di una ragazza afroamericana e attivista politica, il libro esce per Garzanti. Il sottotitolo è: «Parole di coraggio, speranza e futuro», e il risvolto di copertina recita: «Amanda Gorman sostiene con impegno e dedizione la lotta per la difesa dell'ambiente, per l'uguaglianza razziale e la giustizia di genere». Alla fine di questa settimana sarà primo in classifica. E ci resterà a lungo. Lasciamo ai critici il giudizio sul valore letterario del poemetto (e la risposta alla domanda per noi cruciale: «Ma può definirsi poetessa una ragazzina che fa le virgolette con le dita?»). E lasciamo a mediologi e sociologi le riflessioni sul «fenomeno» Amanda e il suo cappottino di Prada indossato all'Inauguration Day, diventato un must dell'e-commerce (costo: 2.500 euro). Da questo punto di vista, l'articolo definitivo è quello della traduttrice Martina Testa su MicroMega «Un brand fatto di gioventù, donnità, nerezza e tanto tanto successo (ah: e di un cappotto giallo)». Noi ci permettiamo giusto alcune note a margine dell'edizione italiana del libro.
Amanda Gorman, in un'intervista, ha raccontato di come, dopo la famosa performance, la sua vita sia cambiata in sei minuti. Che è, più o meno, il tempo necessario per leggere il poemetto. Prendendosela comoda. Sono, complessivamente, 98 versi (circa), quasi tutti di una riga. Ma spalmati - alternando una pagina bianca a una scritta - su 40 mezze paginette, più un'introduzione di Oprah Winfrey, di 38 righe, in corpo e spaziatura abbondante, che - aggiungendo fogli di guardia, frontespizio, colophon, biografia, eccetera - fanno 56 pagine. Euro: 10. Il rischio, detto fra noi, è che si finisca di leggere il poemetto nel tempo di attesa alla cassa della libreria. Semmai va notato che, dopo tante riflessioni sui requisiti dei traduttori nelle varie lingue, l'edizione italiana, che per di più sceglie di tenere in copertina il titolo inglese (The Hill We Climb), incredibilmente non riporti il testo originale a fronte. Come facciamo a comprendere il valore dei versi, se è vero (come è vero) che in Poesia la forma è tutto? L'impressione finale resta quella di qualcosa fra lo sfogo adolescenziale e il poemetto-engagé. Infatti il problema del libro non è la brevità, ma l'essenza. Anche Caproni, o Ungaretti, scrivevano poesie di pochi versi. Ma, appunto...
E per il resto, come bibliografia critica, ci permettiamo di citare lo scrittore spagnolo Javier Marías («Il caso Amanda Gorman è così ridicolo che non so neanche perché me ne occupo»), il filosofo marxista Slavoj iek («Amanda Gorman? Terribile»), e il grande successo su Twitter dei versi di Amanda allegati agli auguri
di Pasqua. Tipo: «Perché c'è sempre luce/ Se siamo abbastanza coraggiosi da vederla/ Se siamo abbastanza coraggiosi da essere noi stessi/ luce».Letto tutto d'un fiato, con grande ammirazione e anche un po' di commozione...
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