Cultura e Spettacoli

Andrea Devis mischia i suoni per raccontare la mente

Angela Lonardo

«La strada che mi ha portato alla realizzazione di Nella stanza è stata lunga e il più grande ostacolo sono stato io. Ho un'innata mania di perfezionismo, che mi trasforma nel mio più grande detrattore». Il cantautore e vocal coach milanese Andrea Devis, all'anagrafe Stefano Marchetti, ha esordito con un disco in cui il pop degli anni ottanta s'incontra con rock, funk, soul, gospel ed elettronica. «Ho mescolato diverse anime» conferma Andrea, premiato a Castrocaro e ad Area Sanremo. «Le stanze del titolo sono tante spiega -, sono i luoghi della mente, quelli in cui mi è capitato di rinchiudermi quando, sul finire di qualche relazione o in procinto di aprire un nuovo capitolo della vita, non ho potuto fare a meno di fermarmi a pensare». Eclettico e sensibile, da adolescente faticava a integrarsi a scuola. «La musica rappresentava un'isola felice sulla quale rifugiarmi». Con una grande passione per Phyllis Hymann e Anita Baker, ora definisce la sua musica «ambiziosa, low-key e sincera.

«Il meglio deve ancora arrivare» dice pensando al futuro, aggiungendo: «Mi piacerebbe sottoporre il mio lavoro a Caterina Caselli: è una donna con intuito, ha scoperto e prodotto artisti che ammiro».

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