Volere la pace non è "russofobia"

La Russia, nel cuore della nostra gente, non è mai stata un nemico. Al contrario: abbiamo sempre guardato con stima, con curiosità e persino con affetto verso quel grande popolo

Maria Zakharova
Maria Zakharova

Gentile Direttore Feltri,
leggo che il ministro russo Maria Zakharova ha dichiarato che la russofobia è stata imposta dall'alto agli italiani non venendo dai loro cuori e dalle loro anime.
Forse sarebbe opportuno farle un piccolo ripasso di Storia e ricordarle che noi italiani attenti alla nostra Storia, alla nostra cultura ed ai nostri confini con tutto il cuore e con tutta la anima abbiamo sempre lottato per rimanere semplicemente ITALIANI e siamo molto orgogliosi del nostro Primo Ministro che ha sempre lottato con noi e per noi per le nostre radici.
Sbaglio dottor Feltri?

Silvana Fabiani

Gentile Silvana,
in realtà non sbaglia affatto. Ma nemmeno il ministro Zakharova ha tutti i torti. Anzi, permettimi di dirlo, sono d'accordo con lei. Gli italiani non sono russofobi. E non lo sono mai stati. La Russia, nel cuore della nostra gente, non è mai stata un nemico. Al contrario: abbiamo sempre guardato con stima, con curiosità e persino con affetto verso quel grande popolo. E i russi stessi ci amano. Vengono in Italia, nonostante tutto. Amano la nostra cucina, il nostro stile di vita, la nostra arte, il nostro mare, il nostro vino, il nostro modo di vivere la libertà. Comprano case, trascorrono vacanze, si integrano con naturalezza. E noi, in larga parte, ricambiamo questo amore. Le guerre le fanno i governi, non i popoli.

Dunque no, non esiste russofobia nel cuore della maggioranza degli italiani, sebbene sia inteso ormai come politicamente corretto dare addosso alla Russia, a Putin, ai russi. Esiste, semmai, un conflitto tragico, doloroso, che ha costretto l'Europa intera a schierarsi a fianco di una Nazione aggredita l'Ucraina applicando un principio basilare del diritto internazionale: chi invade uno Stato sovrano, sbaglia. L'aggressore non può godere di appoggio. È l'aggredito a dovere essere protetto. Ma da qui a parlare di odio verso la Russia, o verso i russi, ne passa.

Giorgia Meloni stessa non è russofoba. La premier italiana ha condannato l'invasione, com'era doveroso fare, e ha scelto di sostenere il popolo ucraino come hanno fatto tutti i governi europei, da Macron a Scholz nel rispetto delle alleanze internazionali e dei principi della civiltà occidentale. Tuttavia non ha mai fatto dichiarazioni contro la Russia, non ha mai insultato il popolo russo, non ha mai cavalcato lo spirito bellico. Ha semplicemente fatto il suo dovere da leader di governo in un mondo complesso, tenendo fermo il punto sui diritti e sulla difesa delle Nazioni, ma senza mai rinunciare alla speranza della pace.

Perché è proprio questo il punto, cara Silvana: non si può confondere la fermezza con l'odio. L'Italia non sta combattendo contro la Russia. Sta difendendo un principio. E, nello stesso tempo, auspica ogni giorno la pace, una tregua, un negoziato che ponga fine alla guerra. Per quanto mi riguarda, non ho mai avuto motivo di provare disprezzo per i russi. Ho letto i loro grandi scrittori, ho studiato la loro storia, ho ammirato il loro coraggio, ho avuto il privilegio di conoscere cittadini russi intelligenti, raffinati e colti. Ed è per questo che, oggi, soffro nel vedere quel popolo prigioniero di una guerra inutile, distruttiva, feroce.

Non si tratta di scegliere tra Ucraina e Russia. Si tratta di scegliere tra la pace e la guerra, tra il dialogo e il silenzio, tra il diritto e la violenza. Per questo non accetto il termine «russofobia» applicato e riferito all'Italia e agli italiani. E nemmeno tu, Silvana, dovresti sentirti additata come tale. Noi italiani amiamo la nostra patria, certo. Ma non per questo odiamo quella degli altri. Vogliamo soltanto un mondo in cui nessuno sia costretto a scappare da casa propria per colpa dei missili.

Concludo con una speranza: che questo buio della storia finisca presto.

E che la Russia torni a essere, per l'Italia, quella grande amica e compagna di dialogo che è sempre stata. Nel frattempo, sì, continuiamo a essere orgogliosi di essere italiani. E di avere un governo che ci rappresenta con dignità e fermezza, senza odio ma senza ambiguità.

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