Nonostante un dicembre positivo, con incassi superiori del 3,8% rispetto al dato di 12 mesi fa, il 2018 su grande schermo si è chiuso in rosso. Come riporta puntualmente il sito cineguru.screenweek.it, specializzato nell'analisi dei numeri legati al cinema, il box office complessivo dell'anno è stato di 555.194.264 euro, ovvero il 5% circa in meno rispetto a quei 584.554.941 euro che avevano alimentato le casse delle sale nel 2017. Impietoso anche il raffronto con il 2016, che aveva generato entrate per 661.297.380 euro. In pratica, in soli due anni si sono persi più di 100 milioni di euro (il 16%), dato preoccupante che non può essere ascritto solo al dilagare della piaga della pirateria online. Almeno, rispetto a dodici mesi fa, non si può più puntare il dito contro il cinema italiano, principale indiziato di quel flop. Anzi, nel 2018, uno dei rari motivi di sorriso arriva proprio dalle produzioni di casa nostra, che sono cresciute rappresentando una quota di mercato del 22,3% (nel 2017 erano precipitati al 17,6%).
Un dato reso ancora più paradossale dal fatto che nei primi dieci incassi del 2018 non compaia nemmeno una pellicola tricolore (il migliore è stato A casa tutti bene di Gabriele Muccino, undicesimo con 9.179.618 di euro), a dimostrazione che non è stato lo Zalone di turno a far impennare, da solo, il risultato complessivo del nostro cinema, ma il suo insieme, fatto di discreti film che si sono ripartiti, in maniera quasi omogenea, i biglietti strappati. Il re, comunque, dell'anno appena concluso è stato Bohemian Rhapsody, primo con 21.252.
608 euro, davanti ad Avengers: Infinity War (18.777.826 euro) e quel Cinquanta Sfumature di Rosso che sarà pure una boiata, ma che ha fruttato 14.379.189 euro. Chapeau alla Disney che ha piazzato ben quattro titoli nei dieci più visti.
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