Arriva "Ghostbuster" con solo donne. Il cinema è femmina

I film di maggiore successo del momento sono tutti incentrati su eroine di ogni genere. Mancavano le cacciatrici di fantasmi. Provvede la Sony

«Cherchez la femme». Anche al cinema. Dove ora i grandi studios sembrano aver capito che i personaggi femminili fanno incassare. E anche tanto. Non si tratta di un solo caso, come può essere quello attuale di Lucy di Luc Besson, con protagonista assoluta la splendida Scarlett Johansson, che da noi nelle due settimane di programmazione è il titolo più visto con oltre 5 milioni ottenuti al botteghino mentre nel mondo ha superato i 400 milioni di dollari. Un film che, oltretutto, è una genialata produttiva, visto che batte bandiera esclusivamente francese e, grazie anche a due attori statunitensi molto amati (l'altro è Morgan Freeman), ha incassato 125 milioni di dollari negli States. No, pare che ci sia una tendenza positiva per i film con figure femminili protagoniste grazie a cui sta anche cambiando il ruolo della donna al cinema.

Il New York Times , con una serie di articoli di Brooks Barnes, Manhola Dargis e A.O. Scott, sostiene che le protagoniste di film di grandissimo successo come Gravity , Maleficent , Frozen e la saga di Hunger Games (che in totale hanno incassato circa 2,7 miliardi di euro) siano figure più complesse, meno comuni e per nulla stereotipate rispetto al passato. A favore della tesi c'è anche il fatto che questi film hanno superato il cosiddetto «test di Bechdel» mutuato dalla fumettista americana Alison Bechdel la quale, in una vignetta del 1985 intitolata The Rule , disegnò due amiche che scelgono di non andare al cinema perché una di loro ha deciso di guardare solamente film che rispettino tre semplici condizioni: 1) che tra i personaggi ci siano almeno due donne di cui si conosca il nome; 2) che le due donne di cui si conosce il nome parlino almeno una volta tra di loro (non solo con gli altri personaggi maschi); 3) che le due donne di cui si conosce il nome parlino tra di loro ma non di uomini (non del figlio di una delle due, non del marito, non del capo in ufficio e così via). Per la verità Gravity il test non l'ha superato, ma «per eccesso» visto che l'astronauta interpretata da Sandra Bullock è praticamente l'unica interprete del film, mentre anche Lucy di Besson è un film «femminista», se si dà credito alla lista del sito bechdeltest.com.

Così, sempre secondo il New York Times , non è più il tempo delle attrici - come la Lolita di Kubrick o la bambina Scout Finch di Il buio oltre la siepe - che «spesso venivano rappresentate solo come sorelle discole, figlie rispettose o bombe sexy. Con personaggi caratterizzati da asessualità o da ipersessualità cosicché il loro ruolo e importanza nei film veniva sminuito». Ora siamo invece alle «guerriere» come Katniss Everdeen/Jennifer Lawrence di Hunger Games , Tris Prior/Shailene Woodley in Divergent e Hit Girl/Chloë Grace Moretz in Kick-Ass . Oppure alle «giovani donne in viaggio» come la piccola Quvenzhané Wallis che in Re della terra selvaggia cerca la mamma, oppure Hailee Steinfeld nel remake dei Coen Il Grinta o, infine, la stessa tosta Jennifer Lawrence di Un gelido inverno . Attendiamoci dunque una valanga di titoli tutti al femminile tra i quali, a fare da apripista a marzo prossimo, non poteva mancare la nuova Cenerentola in carne e ossa della Disney (regista Kenneth Branagh), che avrà le fattezze della fresca Lily James della serie tv Downton Abbey .

Su tutt'altro versante potremo ammirare Dakota Johnson nei panni di Anastasia Steele dal bestseller di E.L. James Cinquanta sfumature di grigio . E poi, è notizia di ieri, ecco che la Sony ha dato il via al progetto di Ghostbusters 3 , film cult degli anni Ottanta quasi tutto al maschile, che sarà rivoluzionato da un cast di sole donne (si fanno i nomi di Melissa McCarthy, Kristen Wiig, Linda Cardellini ed Emma Stone) dirette però da un uomo, Paul Feig. Mentre la Warner sta pensando seriamente al film di Wonder Woman e Sylvester Stallone ha annunciato che produrrà The Expendables , ossia I mercenari , tutto al femminile.

Poi, chissà se sarà questa nouvelle vague al femminile ad aver aiutato il successo, sia negli States che in queste settimane da noi, di un film dal titolo rosa - ma è un horror - come Annabelle . Peccato però che si tratti d'una bambola. E per giunta assassina.

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