Cultura e Spettacoli

La bacchettata

Non solo Chénier. Per chi freme nell'attesa della Prima scaligera, segnaliamo un diversivo: la possibilità di unire musica e arte nel segno redentore del belcanto. Una visita alla Città Alta di Bergamo per ascoltare il recital del tenore peruviano Juan Diego Flórez, noto, per dirla con Donizetti, in tutto il mondo ... e in altri siti. Il concerto, con inizio alle 20,30, si tiene al Teatro Sociale, ubicato appena sopra la Piazza Vecchia, piccolo scrigno neoclassico ideato da Leopoldo Pollack (allievo del Piermarini, che si servì per le decorazioni interne del celebre pittore-scenografo Alessandro Sanquirico). Dopo la decadenza del borgo e dei suoi blasonati abitanti, e dopo molti decenni di chiusura, un lungo restauro lo ha reso nuovamente agibile. L'occasione è quindi doppiamente propizia (affrettarsi, direbbe il Dottore Dulcamara perché la capienza è di 550 posti) non solo per chi ama il belcanto e il genio del luogo, Donizetti, nato a poche centinaia di metri, nell'umile Borgo Canale. Flórez, dopo aver conquistato il mondo con le pirolette virtuosistiche di Rossini è sempre più interessato al repertorio donizettiano, sulla scia del tenore spagnolo, Alfredo Kraus, maestro di stile. Accompagnato al pianoforte da uno specialista come Vincenzo Scalera, Flórez, dopo due romanze, affronta celebri melodie donizettiane: Ange si pur (Favorite), Tombe degli avi miei (Lucia di Lammermoor) e Ancor la tremenda porta (Roberto Devereux). Seconda parte avviata nel segno del beneamato Rossini, e incursioni seducenti a Massenet, Puccini e Verdi.

«Udite, udite, o rustici, attenti, non fiatate!».

Commenti