Cultura e Spettacoli

"The Band", un talent per soli gruppi dove non si vince nulla

Al via il nuovo format ideato da Carlo Conti con giudici Nannini, Asia Argento e Verdone

"The Band", un talent per soli gruppi dove non si vince nulla

L'idea è rock. Un talent per le band. Che sono migliaia sparse per tutta Italia, in ogni paesino, quartiere, campagna, montagna. Il dopolavoro di centinaia di appassionati, dal cardiologo al cuoco, che coltivano la loro musica nel garage o negli scantinati. Magari con il sogno di diventare i prossimi Måneskin. Insomma, dopo decine di talent show, ecco che Raiuno, da venerdì in prima serata, ne propone uno (titolo The Band) basato esclusivamente sui gruppi musicali. E non poteva che essere Carlo Conti a esserne autore e conduttore. Così consapevole che portare la musica in televisione è sempre una scommessa difficile - la gente tende a cambiare canale se non ha un personaggio da tifare o fischiare - da chiamare a raccolta per l'impresa il meglio delle personalità della musica e del cinema. A fare da supergiudici - o meglio da opinion leader - saranno infatti Gianna Nannini, che per la prima volta si presta a uno show del genere, Asia Argento che invece ha alle spalle una (complicata) carriera da giurato e Carlo Verdone, di cui si conosce la passione per la musica e la batteria. Per rendere ancora più credibile il progetto i coach e anche selezionatori sono importanti artisti: Giusy Ferreri, Irene Grandi, Dolcenera, Federico Zampaglione, Marco Masini, Francesco Sarcina, Rocco Tanica, Enrico Nigiotti.

Tra le duemila band che si sono presentate alle selezioni, di tutta Italia e diversi generi musicali, pop, dance, rockabilly, ne sono state scremate 16. Tra queste i tutor ne sceglieranno otto, una a testa, che si sfideranno nelle quattro puntate al Teatro di Montecatini Terme con in più la finale in un palazzetto ancora da decidere. «In questo show non si vince nulla - spiega Conti - né soldi né contratti discografici. I gruppi gareggiano solo per passione. C'è grinta, energia. E soprattutto voglia di tornare a fare musica dal vivo con il pubblico vero. Per questo abbiamo scelto di farlo in un teatro e non in uno studio televisivo. E vorremmo che fosse l'inizio di una stagione di eventi live di cui la gente fa tanta richiesta». Per il presentatore è un passo ulteriore verso il ruolo di autore, come è stato per Top 10: «Sono in una fase in cui mi piace sperimentare, trovare show che possono piacere alle famiglie di oggi, dalla nonna al nipote. E sto già studiando un progetto sull'onda del successo dei Måneskin, ma non per Raiuno».

All'inizio un po' scettico, il direttore Stefano Coletta ci ha ragionato a lungo prima di programmare lo show sul primo canale: «Per come è stata elaborata, l'operazione mette insieme molti elementi e fa fare a Raiuno quel salto rock di cui ha bisogno». La chiave per arrivare al cuore degli spettatori è la cover, nei brani famosi la gente si riconosce e può anche mettersi a cantare sul divano di casa. Però non deve essere una pura imitazione, altrimenti non funziona, come spiega Gianni Nannini: «Una band che spacca è una band dove i musicisti stanno bene insieme, il rock è un'esigenza fisica. In realtà in Italia non esiste una vera cultura del gruppo, ognuno si fa i cavoli propri, senza rispetto dei colleghi. Questo show, con i suoi maestri, farà vedere come si deve suonare insieme per essere una vera band». Per la Nannini aderire al progetto, lei così refrattaria agli show televisivi, è un regalo agli spettatori: «Metto la mia conoscenza e il mio passato al servizio del programma. Facendo una critica costruttiva. Ho collaborato con tantissime band, soprattutto quelle del Sud dove si coltiva di più la parte ritmica».

Per Asia Argento, sempre più bionda, essere giudice a The Band è quasi un riscatto rispetto a quando dovette lasciare X Factor sull'onda della scandalo Bennett (che l'accusava di averlo molestato). Stavolta, su Raiuno, potrebbe trovare più pace alle sue inquietudini: «Non è una rivincita, ma qualcosa dentro di me è cambiato dal punto di vista karmico. E poi potrò fare un lavoro più sereno in un luogo dove non c'è obbligo di guerra con agli altri giudici».

Per Verdone è come per un bimbo essere a Disneyland: «Amo la musica, amo suonare, dove trovare un posto più divertente per una pausa dal cinema. Ho ascoltato band molto forti. Speriamo che vengano notate da qualche produttore». Se poi gli scappasse di mettersi alla batteria e magari accompagnare la Nannini in qualche incursione sul palco, lo show spiccherebbe il volo..

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